La trattativa per i diritti dei driver che consegnano la spesa a domicilio per Esselunga dopo mesi di incontri e a fronte di un atteggiamento dilatorio e di indisponibilità da parte delle aziende coinvolte, si è rotta bruscamente mercoledì scorso.

A fronte di tale atteggiamento la Filt Cgil non ha potuto che constatare le indisponibilità delle controparti e aprire lo stato di agitazione dei lavoratori coinvolti dichiarando una prima azione di sciopero per il giorno giovedì 24 luglio prossimo. Il negoziato puntava all’istituzione di un accordo quadro sui diritti e sulle tutele del personale della filiera Esselunga in appalto, addetto alla consegna della spesa a domicilio.

“Nei mesi scorsi – scrive la Filt Cgil Emilia-Romagna – i lavoratori, in assenza di riconoscimenti economici e normativi per mansioni svolte ma non contrattualizzate come la consegna ai piani, avevano già effettuato mobilitazioni che prevedevano la sospensione di quella parte del servizio, limitandosi alla consegna al piano strada. Tale attività infatti non è prevista tra le mansioni del driver inquadrato al livello G1 del CCNL Logistica Trasporto Merci, applicato dalle aziende in appalto”.

“Le imprese coinvolte sul piano regionale – Cap Delivery e Deliverit– che operano sui territori di Bologna, Parma e Modena, hanno mostrato ancora una volta un atteggiamento poco rispettoso, presentandosi al tavolo negoziale con proposte minime, parziali e inaccettabili, che negano la dignità dei lavoratori e vanificano gli sforzi portati avanti in questi mesi, anche a seguito dell’intesa di ‘tregua’ che era stata siglata il 6 maggio scorso con l’obiettivo di dare una svolta al confronto e che prevedeva anche una intensificazione del confronto che comunque non ha sortito esito positivo a fronte dell’oltranzismo aziendale”.

Si è arrivati dunque e inevitabilmente alla rottura del negoziato con la conseguente dichiarazione di una prima giornata di sciopero per tutti i lavoratori impiegati nel servizio di consegna per Esselunga.

“L’auspicio – conclude la nota – è che anche un colosso come Esselunga e conseguentemente i suoi fornitori capiscano che non si può continuare a pretendere dai lavoratori attività non previste e condizioni vessatorie senza un adeguato riconoscimento contrattuale sia sul piano normativo che economico”.

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