Nel primo trimestre 2025 sono state richieste e autorizzate 7,2 milioni di ore di cassa integrazione, Fis e altri fondi di solidarietà. È quanto emerge dai dati Inps, elaborati dall’Ires Cgil Marche. “I dati confermano la crisi del comparto manifatturiero regionale, che ha rilevanti ricadute occupazionali – spiega Eleonora Fontana, segretaria regionale Cgil Marche –. I settori della meccanica, della calzatura e del tessile continuano a registrare,anche nel 2025, una situazione preoccupante. Il tutto aggravato dai numeri significativi anche del settore delle costruzioni e dell’artigianato”.

I dati: nelle Marche la Cgil aumenta di quasi il 65%, il doppio della media italiana

In particolare, la Cig (ordinaria, straordinaria e in deroga) si attesta a 7,1 milioni di ore, mentre il ricorso a Fis e altri fondi arriva a 95 mila ore. Rispetto al primo trimestre dell’anno precedente, nelle Marche la Cig registra un aumento di 2,7 milioni di ore (+63,8%). La tendenza risulta essere molto più accentuata sia rispetto al valore medio italiano (+31,2%) che al valore del Centro Italia nel complesso (+20,7%).

Le ore autorizzate di Cig sono state 2,5 milioni nella provincia di Ancona, 1,6 in quella di Macerata, 1,5 a Pesaro Urbino, un milione in quella di Fermo e 240 mila nella provincia di Ascoli Piceno, l’unica ad aver registrato una diminuzione rispetto al I trimestre 2024 (-40,8%).

Osservando i dati relativi alla distribuzione delle ore nei singoli rami di attività corrispondenti alle diverse gestioni Inps della Cassa Integrazione Guadagni, l’industria assorbe la maggior parte delle ore autorizzate (6,8 milioni). Le ore registrate nel terziario sono 17 mila, nell’edilizia 149 mila (+60,8%) e nell’artigianato circa 78 mila, ramo che l’anno precedente nello stesso periodo non aveva registrato ore di cassa integrazione autorizzate.

L’aumento delle ore di Cig rispetto allo stesso periodo del 2024 è totalmente imputabile al ramo dell’industria, il quale registra un saldo di +2,6 milione di ore (+63,1%). Al suo interno, i comparti maggiormente soggetti all’aumento sono pelli, cuoio e calzature (+790 mila ore, +74,9%), meccanica (+861 mila ore, +49,9%) e tessile-abbigliamento (+705 mila ore, +366,4%).

Per ciò che concerne il terziario, dal post-covid in poi si osserva un calo ormai generalizzato in tutte le componenti.

Fontana, Cgil Marche: “Di fronte a questa crisi, andiamo a votare per i referendum dell’8 e 9 giugno”

“Di fronte alla crisi del manifatturiero, nonostante le ingenti risorse provenienti dal Pnrr, non sono stati messi a punto interventi per la ripresa del settore, a partire dall’investimento in ricerca e innovazione e non si è proceduto al rafforzamento delle reti e delle infrastrutture per favorire la transizione digitale necessaria per la competitività – è la denuncia di Eleonora Fontana –. A pagarne le conseguenze, le lavoratrici e i lavoratori che, nella regione, subiscono una decurtazione significativa dei salari. Mancano risposte per contrastare la precarietà e garantire la continuità lavorativa. Una prima risposta può arrivare dai cinque referendum dell’8 e 9 giugno con i quali è possibile rimettere al centro il lavoro, la cittadinanza e la democrazia”.

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