Ufficialmente sono 1.041 le denunce di incidenti mortali sul posto di lavoro arrivate all’Inail in tutto il 2023. Vittime che aumentano a 1.466 se come riferimento prendiamo i dati dell’Osservatorio nazionale di Bologna, una fotografia indipendente che monitora e registra tutti i morti sul lavoro in Italia, anche quelli che non dispongono di un’assicurazione.

La casistica

Secondo i dati Inail, tra gli incidenti mortali, diminuiscono quelli in itinere, ovvero quelli avvenuti nel tragitto casa-lavoro, mentre aumentano quelli avvenuti nel luogo di lavoro. In media, in tutta Italia si parla di 5 morti ogni 100mila occupati: al Sud questo numero raggiunge quota 6,3.

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Gli infortuni

Le denunce di infortunio presentate all’Istituto nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro, tra gennaio e dicembre 2023, sono state oltre 585mila. Risultano in aumento le malattie professionali: quasi 73mila (+19,7% in un anno).

L’età

Secondo i dati forniti dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering di Mestre, chi ha un’età compresa tra i 15 e i 24 anni ha un rischio di morire sul lavoro ben superiore rispetto ai colleghi che hanno un’età compresa tra i 25 e i 34 anni (27,9 infortuni mortali ogni milione di occupati contro i 16,2). Un dato, quest’ultimo, che continua ad essere ancor più preoccupante tra i lavoratori più anziani. L’incidenza più elevata, infatti, si registra proprio nella fascia dei lavoratori over 65, seguita dalla fascia di lavoratori compresi tra i 55 e i 64 anni.

Il genere

Nel 94% dei casi a morire sul lavoro sono gli uomini, il 6% le donne. Le denunce di infortunio delle lavoratrici da gennaio a dicembre 2023 sono state 207.484, quelle dei colleghi uomini 377.872.

La nazionalità

Nel 2023 gli stranieri deceduti nei luoghi di lavoro sono 155, mentre sono 49 quelli deceduti a causa di un infortunio in itinere. Con un rischio di morte che risulta essere più che doppio rispetto agli italiani. Gli stranieri, infatti, registrano 65,3 morti ogni milione di occupati, contro i 31,1 italiani.

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Il periodo

Il lunedì risulta il giorno più luttuoso della settimana, ovvero quello in cui si sono verificati più infortuni mortali nel 2023 (19,5%).

Il settore

Quello delle costruzioni si conferma il settore con maggiore mortalità tra i lavoratori, seguito dal settore dei trasporti e magazzinaggio, dalle attività manifatturiere e dal commercio. Quest’ultimo risulta essere primo come numero di denunce poi nell’ordine: sanità, costruzioni, trasporto e magazzinaggio, commercio.

La geografia

Alla Lombardia va la maglia nera per il maggior numero di vittime sul lavoro. Un gradino più in basso Campania e Veneto. A seguire: Emilia Romagna, Puglia, Piemonte, Lazio, Sicilia, Toscana, Abruzzo, Calabria, Marche, Umbria, Friuli Venezia Giulia, Liguria e Sardegna, Trentino Alto Adige, Basilicata, Molise e Valle d’Aosta.

Gli incidenti plurimi

Nel corso del 2023 l’Inail stima che ci siano stati 15 incidenti mortali plurimi, vale a dire quelli in cui hanno perso la vita due o più lavoratori. Le vittime sono state in totale 36. In 22 casi era coinvolto anche un mezzo di trasporto. Tra questi, c’è la strage di Brandizzo, in cui cinque addetti alla manutenzione dei binari della ferrovia sono stati travolti da un treno. A novembre c’è stato anche uno scontro frontale vicino a Urbino. Coinvolti un pullman e un’ambulanza. A perdere la vita i 3 operatori sanitari e il paziente.