L’impalcatura che cede, il cestello che si ribalta e un volo di venti metri. Sono morti così i tre operai di una ditta impegnata nei lavori di ristrutturazione di un condominio privato in via San Giacomo dei Capri, una traversa di via Domenico Fontana, quartiere Arenella di Napoli. I tre, tutti cinquantenni, si trovavano nel cestello al sesto ed ultimo piano del palazzo che, secondo una prima ricostruzione ora al vaglio dei magistrati della Procura di Napoli, si è ribaltato facendoli volare nel vuoto. Sembra, da alcune testimonianze, che non fossero imbracati al cestello. I tre operai, dipendenti della ditta individuale Vincenzo Pietroliongo, regolarmente iscritta alla Cassa Edile di Napoli, sono morti sul colpo.

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Cgil e Fillea del territorio: “Tragedia insostenibile”

“Quella di oggi è una tragedia insostenibile dal punto di vista umano e civile. Ci stringiamo alle famiglie dei tre operai, al loro dolore. Ma non basta. Questa è una strage: in Campania dall’inizio dell’anno a oggi siamo a circa 30 morti sul lavoro. Un dato allarmante che deve farci riflettere sulla necessità di intervenire con urgenza sulle condizioni di sicurezza nei cantieri e nei luoghi di lavoro”. Così il segretario generale Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci e il segretario generale Fillea Cgil Napoli, Giuseppe Mele, commentano la strage.

“Proprio oggi – proseguono Ricci e Mele – la Prefettura di Napoli ci ha inviato il report della task force che è stata istituita per intensificare le ispezioni nei cantieri. Nel mese di giugno sono state fatte 28 ispezioni riscontrando la presenza di 7 lavoratori irregolari. La patente a punti non è uno strumento efficace per contrastare i fenomeni di irregolarità e le morti sul lavoro. Bisogna introdurre il reato di omicidio sul lavoro e istituire una procura speciale. Il Governo – ricordano – ha approvato molte leggi e decreti in materia di sicurezza, ma nessuno ha ancora previsto strumenti e reati che puniscano le imprese che mettono a rischio la vita di lavoratori e lavoratrici. E poi c’è il tema della prevenzione e dei controlli: servono investimenti maggiori rispetto alle poche risorse che i Governi hanno messo in questi anni. Lo abbiamo detto più volte al ministro del Lavoro ma, ad oggi, i nostri appelli sono rimasti inascoltati. E intanto continuiamo a contare i morti”.

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