Roberto Bonsanto si può dire che sia figlio d’arte, di padre in figlio il lavoro al pastificio Tamma si è tramandato. Siamo a Foggia, nello stabilimento dove arriva il grano duro del tavoliere e dove si produce fino a 2.500 quintali al giorno nei formati corti e lunghi, trafilati al teflon e al bronzo.
Un’azienda italo-australiana che esporta per lo più e che per la prima volta oggi qui ha firmato un contratto di secondo livello, cioè un contratto che integra quello nazionale e porta delle migliorie. Merito di Roberto, delegato sindacale Flai Cgil, dei suoi colleghi che lo hanno seguito e delle lotte che hanno messo in campo per ottenerlo: mobilitazione, sciopero.
Premio di produzione di mille euro per tutti a fine anno, maggiorazioni per cento per il turno di notte e per i turni del sabato e della domenica e buoni pasto e spesa per i festivi. Poi il tempo tuta, cioè il tempo che un operaio impiega per cambiarsi, indossare e togliere la tuta all’entrata e all’uscita: dieci minuti al giorno che moltiplicati per un anno di lavoro, diventano quasi quattro giorni di banca ore ferie.
“È stato un enorme successo perché una contrattazione di secondo livello non era stata mai ottenuta e anche l’azienda ha risposto in modo sereno – racconta Roberto Bonsanto -. Non è stato facile organizzare i lavoratori, lottare per ottenere qualcosa, ma hanno avuto fiducia in me. Inoltre, abbiamo avuto la strada un po’ spianata perché era stato chiuso in precedenza un contratto aziendale nello stabilimento di Verona, e questo certo ci ha facilitato”.
La stagione dei contratti integrativi nei settori dell’alimentare si è appena aperta. Ci sono quelli nazionali, che interessano i grandi gruppi, e quelli territoriali: per tutti il sindacato si avvierà in autunno al rinnovo.
“Prima di questa fase, mettiamo a punto le linee di indirizzo, stabiliamo i temi generali comuni su cui lavorare, poi nelle singole aziende emergeranno le questioni più specifiche – spiega Angelo Paolella, segretario nazionale Flai Cgil -. Precarietà, appalti, riduzione dell’orario sono temi che abbiamo affrontato nei contratti collettivi e che troveranno spazio anche in quelli di secondo livello. Quello a cui puntiamo è la ricomposizione del mercato del lavoro: tra somministrati e in appalto, molti addetti sono esterni all’azienda. Noi vogliamo internalizzare e includere”.
L’altro grande argomento che investe tutti i settori è l’uso dell’intelligenza artificiale: come impatterà sull’occupazione, sull’organizzazione del lavoro e sui lavoratori. “Se l’azienda sta pensando di investire sull’IA e di usarla per controllare l’efficienza e le prestazioni – conclude Paolella -, non potrà farlo senza dirci nulla, senza coinvolgere il sindacato e i diretti interessati. Questo è un punto importantissimo, il diritto all’informazione, per il quale ci batteremo”.