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Le ultime notizie su Gaza ci parlano dell’annuncio del presidente francese Emmanuel Macron che Parigi riconoscerà lo Stato di Palestina (con reazioni durissime da parte di Israele e Stati uniti e il disaccordo del governo italiano) e di trattative in stallo per il cessate il fuoco nella Striscia, ma sono le immagini dei bambini che muoiono di fame a colpire gli occhi e la mente.
Nonostante le immagini il 25 luglio, annunciando che lancerà viveri dall’alto (come si farebbe con animali feroci affamati e non con esseri umani), i vertici dell’esercito israeliano e del governo hanno affermato che nella Striscia non vi è alcuna carestia. Fotografie e immagini supportano invece gli appelli che vengono da più parti sulle condizioni della popolazione di Gaza che, colpito da armi come bombe e fame, rischia di essere azzerata.
Le Ong denunciano
“Gli operatori e le operatrici umanitarie nella Striscia di Gaza denunciano le condizioni di fame e di assedio imposto da Israele alla popolazione palestinese, che ostacolano ogni operazione e risposta umanitaria”. In un comunicato congiunto di 109 organizzazioni non governative, fra le quali Amnesty International, ActionAid International, Oxfam International, Medici senza frontiere, Churches for Middle East Peace, solamente per nominarne alcune, viene illustrata la situazione nella Striscia, dove persino “chi presta aiuto è colpito dalla fame”.
“Con le scorte ormai completamente esaurite, le organizzazioni umanitarie vedono le proprie squadre e collaboratori deperire giorno dopo giorno”, si legge nel comunicato che spiega come chiunque sia all’interno della Striscia sia costretto a fare le lunghe file per avere del cibo, mettendo a repentaglio la propria vita a causa delle stragi quotidiane commesse dall’esercito israeliano proprio mentre vengono distribuiti i viveri.
Sono ormai due mesi che tali distribuzioni vengono gestite dalla Gaza Humanitarian Foundation, un meccanismo sotto il controllo del governo israeliano. Le Nazioni Unite hanno confermato che centinaia di palestinesi erano stati uccisi mentre cercavano cibo: 201 persone lungo i percorsi degli aiuti e le restanti nei punti di distribuzione. Migliaia sono le persone ferite.
I numeri dell’orrore
Le uccisioni durante le distribuzioni di viveri vengono riportate anche dall’associazione Azione contro la fame, con il direttore, Simone Garroni, che denuncia: “A Gaza ci stiamo avvicinando a una cifra spaventosa: circa 60.000 vittime, tra cui una percentuale altissima di bambini, è impossibile risalire al numero esatto. Circa 80 bambini sono già morti per gravi forme di malnutrizione. La fame non fa rumore, ma ha lo stesso potere distruttivo di un raid aereo”.
L’ong riporta che il 100% della popolazione vive in condizioni critiche di insicurezza alimentare e il 22% è già nella fase definita catastrofe. “Le madri non riescono più ad allattare, l’acqua è contaminata o assente, e le cure nutrizionali sono sospese a causa della mancanza di accesso sicuro e delle continue evacuazioni forzate”.
“Non esiste più un luogo sicuro in tutta Gaza – prosegue Garroni – e le persone si trovano sempre più spesso di fronte a una scelta disumana: morire di fame o rischiare la vita nei punti di distribuzione del cibo, che purtroppo si trasformano sempre più frequentemente in luoghi di morte. Solo nell’ultimo mese, oltre 875 persone sono state uccise mentre cercavano aiuti umanitari”.
Le richieste
Nell’allarme lanciato dalle 109 ong si chiede ai governi di agire: “Aprire tutti i valichi di frontiera via terra; ripristinare il flusso completo di cibo, acqua potabile, forniture mediche, materiali per ripararsi e carburante attraverso un sistema fondato sui principi umanitari e guidato dalle Nazioni Unite; porre fine all’assedio e raggiungere subito un cessate il fuoco”. “Ogni mattina, nella Striscia di Gaza, si ripete la stessa domanda: oggi mangerò?”, ha detto un rappresentante di un’organizzazione umanitaria.
Inoltre, sempre nel testo del comunicato, si legge che “le forze israeliane hanno costretto quasi due milioni di palestinesi esausti allo sfollamento, con l’ultima ordinanza di massa che li confina in meno del 12% del territorio della Striscia di Gaza. I firmatari dell’appello ricordano che alle porte della Striscia di Gaza e persino all’interno gli aiuti restano inutilizzati (e stanno diventando avariati, ndr), mentre alle organizzazioni umanitarie viene impedito l’accesso e la distribuzione e l’effetto sono “caos, fame e morte”.
Testimonianze sul campo
Un’operatrice che fornisce sostegno psicosociale ha descritto l’impatto devastante sui bambini: “I bambini dicono ai genitori che vogliono andare in paradiso, perché almeno lì c’è il cibo”. “Il personale medico – proseguono – riferisce livelli senza precedenti di malnutrizione acuta, in particolare tra bambine, bambini e persone anziane. Si stanno diffondendo malattie come la diarrea acuta, i mercati sono vuoti, i rifiuti si accumulano e le persone adulte crollano in strada per la fame e la disidratazione”.
“Le persone palestinesi sono intrappolate in un ciclo di speranza e disperazione – concludono -. I governi devono smettere di attendere un permesso per agire. Gli stati devono adottare misure concrete, come ad esempio interrompere il trasferimento di armi e munizioni. Gli stati possono e devono salvare vite umane, prima che non ne resti più alcuna da salvare”.
Servono azioni e non parole
Anche la Confederazione dei sindacati europei (Etuc) chiede alla Commisssione europea di passare dalle parole ai fatti nella valutazione e l’indagine delle violazioni a Gaza e mettere in campo sanzioni, compresa la sospensione dell’Accordo di associazione tra l’Europa e Israele.
L’articolo due dell’Accordo prevede infatti che la cooperazione sia basata sul rispetto dei diritti umani e dei principi democratici invece violati. L’accordo ha facilitato le esportazioni da Israele nello scorso anno per la cifra di 15,9 miliardi di euro.
Per la segretaria generale dell’Etuc, Esther Lynch, “il tempo dei vaghi avvertimenti è durato troppo, i politici non sono commentatori, sono pagati per prendere decisioni. L’Unione europea è la prima partner di Israele e la Commissione deve mettere subito in campo azioni per fermare le atrocità che sta commettendo a Gaza”.