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"Non è uno sciopero generale contro qualcuno, è uno sciopero per ottenere delle cose, per chiedere dei cambiamenti". Con queste parole Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, ha illustrato le motivazioni dello stop indetto dalla Cgil per il prossimo 12 dicembre. Il numero uno della confederazione è intervenuto questa mattina durante l'assemblea con i lavoratori della Tod's nello stabilimento di Casette d'Ete (Fermo).
Dalla legge di bilancio alla sicurezza sul lavoro e al fisco, dalle pensioni alla politica industriale: il leader sindacale ha tracciato un quadro critico della situazione economica e sociale del Paese, chiedendo interventi strutturali e un confronto reale con il governo.
Le priorità: invertire la rotta
Il segretario richiama una serie di priorità: riforma fiscale, modifica del sistema pensionistico, interventi su salute e sicurezza e politiche per arginare la precarietà.
È il momento di “intervenire sulle questioni del subappalto e della salute e della sicurezza – scandisce – perché siamo di fronte a una strage di morti che non ha precedenti”. E bisogna “parlare del futuro delle nuove generazioni. Se vogliamo dare un futuro alle nuove generazioni non si può continuare ad avere un livello di precarietà come abbiamo e un livello di sottosalario come abbiamo".
"Scendete in piazza”
Landini ha poi proseguito invitando i lavoratori, per lo sciopero generale del 12 dicembre, "non solo a non venire a lavorare ma anche a scendere in piazza ad Ancona". "In tutte le regioni ci mobiliteremo perché chiediamo che ci sia davvero un cambiamento e che si riapra un confronto e una discussione che tenga conto davvero delle nostre richieste e dia valore a chi questo Paese lo tiene davvero in piedi che sono quelli che lavorano".
Fisco, il nodo centrale: “Assurdo che il dipendente paghi più del datore”
Uno dei passaggi più forti è dedicato alla questione fiscale, definita dal segretario “insostenibile” nella sua attuale configurazione. “Non può stare in piedi un sistema dove io lavoratore dipendente pago più tasse di quello che paga il mio datore di lavoro sui profitti che gli faccio fare”, afferma.
Landini punta il dito sulle differenze tra reddito da lavoro e altre forme di reddito: aliquote più alte per dipendenti e pensionati, aliquote più basse per autonomi e soprattutto per profitti, rendite finanziarie e immobiliari. Ricorda che la tassazione sui profitti è scesa dal 33% al 24% negli ultimi vent’anni, mentre un dipendente con 30 mila euro annui può arrivare a versare 8–9 mila euro tra tasse e contributi.
Politica industriale e investimenti: “Interi settori rischiano”
Il segretario Cgil richiama anche la necessità di una politica industriale più solida. "Penso alla siderurgia, penso all'automobile, all'elettrodomestico e al fatto che anche in settori come il vostro (produzione di abbigliamento, calzature e accessori di lusso, ndr) ci sono segnali di crisi, di rallentamento: è il momento di pensare a che modelli di investimento e di sviluppo fai. Non serve solo pensare a cosa fanno gli imprenditori ma anche a politiche industriali e al ruolo pubblico: come viene giocato e che cosa favorisci sostanzialmente in questa direzione".
Landini cita uno studio Mediobanca secondo cui l’80% dei profitti delle principali aziende italiane dal 2014 non sarebbe stato reinvestito, ma distribuito agli azionisti. Da qui la proposta: non tassare i profitti reinvestiti, aumentare la tassazione su quelli destinati alla distribuzione.
Precarietà e appalti: “Così si indebolisce tutto il sistema”
Altro tema ricorrente è quello della precarietà, che secondo Landini danneggia non solo i lavoratori, ma anche la competitività delle imprese. “Ci sono livelli di precarietà non sostenibili. Le leggi degli ultimi 15-20 anni hanno aumentato instabilità e frammentazione”. Il leader Cgil critica la spirale di appalti, subappalti e finte cooperative che, a suo avviso, crea differenze di diritti tra lavoratori che svolgono le stesse mansioni e genera “concorrenza sleale” anche tra imprese.
Condoni e diseguaglianze: “Serve una vera riforma fiscale”
Sul rapporto con il governo, Landini attacca la successione di condoni e rottamazioni: “Siamo già al sedicesimo, diciassettesimo condono. Il messaggio che passa è che chi non paga le tasse viene aiutato”.
Per il segretario è necessario affrontare il tema delle diseguaglianze e ricostruire un sistema fiscale equo, in cui chi paga le tasse non si senta penalizzato rispetto a chi evade.
“Si è poveri lavorando”
A San Benedetto del Tronto, inaugurando una nuova sede della Cgil, Landini amplia la riflessione: “Siamo in una situazione in cui i salari non permettono di vivere, anzi si è poveri lavorando”. Richiama la crisi della sanità pubblica, le difficoltà della scuola e la fuga dei giovani all’estero come segnali di un disagio strutturale. La risposta, per il sindacato, parte dai luoghi di lavoro e dal radicamento territoriale.
L’appuntamento, per fa sentire a voce alta i temi del mondo del lavoro, è in piazza il prossimo 12 dicembre.
























