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Sono oltre 100mila: sono i lavoratori e le lavoratrici delle farmacie private, farmacisti e collaboratori. Svolgono un lavoro indispensabile, contribuiscono alla salute dei cittadini e delle cittadine ma sono costretti a incrociare le braccia e a non rispondere alle richieste degli utenti. Proprio così, costretti: Federfarma ha messo sul tavolo del rinnovo contrattuale meno della metà di quanto richiesto da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs.
Perché in piazza
“Le ragioni della mobilitazione – afferma Marco Beretta, segretario nazionale della Filcams - sono quelle classiche: siamo di fronte a una controparte che non vuole riconoscere un aumento salariale adeguato a questi lavoratori e lavoratrici che svolgono un servizio pubblico essenziale”.
Certo, sono dipendenti delle 18mila farmacie private dislocate su tutto il territorio nazionale ma svolgono, appunto, un servizio pubblico tanto più oggi, ricorda ancora il dirigente sindacale, che le farmacie sono diventate non più e non solo luoghi di distribuzione dei farmaci, ma un vero e proprio presidio sanitario. Si va dalla prenotazione di prestazioni presso il Servizio sanitario nazionale alla somministrazione dei vaccini, solo per fare alcuni esempi. “È la cosiddetta farmacia dei servizi, per questo chiediamo il riconoscimento di questa professionalità che – peraltro - richiede un corso di laurea specifico. Riconoscimento in termini di inquadramento e di salario”.
Il paradosso
Ai farmacisti che lavorano nelle parafarmacie collocate nei punti vendita della grande distribuzione si applica il contratto della grande distribuzione, che riconosce questa figura professionale specifica: a regime guadagneranno 360 euro in più dei colleghi impiegati dietro il bancone delle farmacie. E 360 euro di aumento è proprio quanto chiedono Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs: “Aumento – sottolinea il segretario della Filcams - che tiene conto della perdita del potere di acquisto maturato tra il 2021 e il 2024, e delle previsioni per il prossimo triennio”.
Futuro incerto
Come per tutte le professioni che afferiscono ai bisogni di salute dei cittadini e delle cittadine, anche per questa si assiste ad una scarsa attrattività per i ragazzi e le ragazze che si affacciano al mondo del lavoro. Per Beretta: “Nel corso degli ultimi anni sempre meno persone si iscrivono a questi corsi di laurea, sempre meno ragazzi e ragazze sono disponibili a lavorare in farmacia. Perché? Perché le condizioni sia economiche che di organizzazione del lavoro, a cominciare dall'impegno che richiede quel tipo di occupazione, sono assolutamente non attrattive. Quindi c'è proprio una carenza di personale specializzato per svolgere quel tipo di mansione”.
Una mobilitazione dalle tante facce
Innanzitutto, si svolgeranno assemblee territoriali, sia a carattere regionale che provinciale, rivolte al più ampio numero di lavoratrici e lavoratori del settore. Seguiranno presidi territoriali e iniziative pubbliche di fronte alle sedi di Federfarma, delle Prefetture o delle amministrazioni regionali, accompagnate da un documento unitario di denuncia e proposta.
Il primo appuntamento è fissato per le ore 9 di martedì 1° luglio a Roma di fronte alla sede nazionale di Federmarma. Accompagnerà lo sciopero di quattro ore che vedrà a braccia incrociate i farmacisti dalle 8 alle 12; un pacchetto di ore di sciopero articolato su base territoriale. Infine, si svolgerà una grande assemblea nazionale di categoria.
Serve ascolto
È davvero difficile da comprendere come si possa immaginare il rilancio del Paese se gli stipendi e i salari continuano a rimanere al palo – quando va bene – e non recuperano la perdita di potere di acquisto causata dall’alta inflazione degli anni passati. Un collaboratore farmacista, quello che può sostituire il titolare della farmacia, guadagna tra i 1.500 euro all’inizio della carriera e i 1.800 prima di andare in pensione. Tanta responsabilità e poca dignità, verrebbe da commentare.
Per questo, conclude Beretta: “In assenza di un cambiamento di rotta da parte di Federfarma la mobilitazione è oggi l’unico strumento efficace per rivendicare un contratto dignitoso e all’altezza del lavoro svolto ogni giorno nelle farmacie. Mobilitazione che continuerà”.