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Università a rischio di autonomia. Molto spesso cambiamenti sostanziali passano da interventi apparentemente tecnici di cui poco si parla sui mezzi di comunicazione. È il caso del decreto ministeriale approdato in Parlamento che ha come fine la revisione dell’Anvur, l’agenzia di valutazione del sistema nazionale universitario e della ricerca.
Il testo è stato definito lo scorso 11 settembre, ma i sindacati lo hanno potuto vedere solo ora. Ebbene, con questo provvedimento “l’Anvur viene portata sotto stretto controllo ministeriale, con nomina diretta del presidente e un totale controllo sul Comitato di selezione del Consiglio direttivo”. Così Gianna Fracassi, segretaria generale della Flc Cgil.
Non solo l’Agenzia viene dunque trasformata in un dipartimento del ministero, ma, attacca Fracassi, “si inizia a dotarla di funzioni e strumenti che le permettono di entrare nel merito di cosa e come si insegna nelle università”.
Il giudizio è netto: “La nuova Anvur è dunque funzionale all’università piccola, de-finanziata, segmentata e sotto controllo politico che questo governo vuole costruire”.
Non che finora fosse tutto rose e fiori. L’Agenzia, nata su iniziativa del ministro Fabio Mussi, che ne ha promosso l'istituzione con il dl 262/2006, è di fatto diventata operativa nel 2010 e da tempo ha un ruolo chiave nell’impianto competitivo e iperliberista del sistema universitario e per questo ampiamente contestata nei diversi circuiti nazionali e dalla Flc anche con ricorsi al Tar.
Per il sindacato della conoscenza della Cgil, infatti, l’Agenzia ha avuto un "ruolo funzionale, di compartecipazione allo strangolamento dell’università italiana, attraverso la legittimazione dei tagli e la riallocazione delle poche risorse sulla base di parametri a volte astrusi e incomprensibili e, più spesso, prodotto della peggiore ideologia neoliberale di trasformazione dei luoghi di produzione del sapere in aziende. Dietro la foglia di fico della valutazione si occultava (male) il disegno di ridurre il numero degli atenei per salvare poche eccellenze", sostiene il sindacato”.
Ma ora si va persino oltre. “La nuova Agenzia - continua Fracassi – assume anche un ruolo di controllo e indirizzo negli stessi processi formativi dell’università. Così si stravolge l’autonomia universitaria e si ribalta il cuore di uno dei principi costituzionali alla base dello stesso concetto dell’autonomia, quello della libertà di ricerca e di insegnamento”.
Per questo, conclude la sindacalista, “chiamiamo le forze libere e pensanti della comunità universitaria ad attivarsi per contrastare quello che con evidenza è un progetto di completa revisione del sistema universitario italiano, portato avanti in questi mesi con diversi provvedimenti tra loro apparentemente scollegati. È il momento di difendere un sistema nazionale, pubblico e democratico oggi messo profondamente in discussione dall’azione del governo”.