Alla fine il Protocollo d’intesa sugli appalti proposto dalla Regione Veneto è stato firmato solo da Cisl e Uil. La Cgil ha deciso di non sottoscriverlo, motivando la sua scelta con il rifiuto della Regione Veneto di apportare alcune modifiche, “richieste unitariamente durante il confronto, e poi da noi confermate anche nell’ultimo incontro”.

Il no della Regione per il Quadrato rosso è ancora più grave visto che, spiega il sindacato, le richieste vertevano su “modifiche minime che riteniamo imprescindibili per garantire condizioni di lavoro dignitose e sicure alle lavoratrici e ai lavoratori coinvolti ogni giorno nei cantieri, nelle aziende e nei servizi pubblici della nostra regione”.

Nello specifico la Cgil aveva chiesto di inserire “lo scorporo dei costi della sicurezza e della manodopera dall’importo assoggettato al ribasso nelle gare d’appalto. Il divieto del ‘subappalto a cascata’, pratica che frammenta le responsabilità, peggiora le tutele e i diritti, indebolisce i controlli e apre la porta a infiltrazioni criminali. Misure più stringenti per la tutela della salute e sicurezza sul lavoro, ancora più necessarie in Veneto visti i tragici numeri di infortuni e morti sul lavoro. L’impegno da parte della Regione per far effettivamente applicare il Protocollo alle proprie Stazioni Appaltanti, cosa non avvenuta finora”.

Cgil: “Diritti, legalità, sicurezza non possono essere sacrificate in nome del profitto”

La Regione, tuttavia, scrive la Cgil in una nota, “non ha voluto accogliere queste richieste, nascondendosi dietro giustificazioni burocratiche, dimostrando di voler ignorare consapevolmente la realtà dei cantieri e delle altre attività, dove la catena infinita dei subappalti genera precarietà, sfruttamento e a volte purtroppo anche morte”. La Cgil Veneto, si legge, “non accetta che diritti, legalità, sicurezza vengano sacrificate in nome del profitto. Questo è un tema per noi imprescindibile, già presente nel quesito referendario che avevamo proposto, in cui chiedevamo che la responsabilità ricadesse sull’impresa madre in caso di infortunio”.

Basso e Ferron, Cgil Veneto: “La Regione ancora una volta dimostra tutta la sua ipocrisia”

“La Regione Veneto – spiegano la segretaria generale, Tiziana Basso, e Maurizio Ferron della segreteria – ancora una volta dimostra tutta la sua ipocrisia perché, mentre si dichiara impegnata nella promozione della legalità, non coglie l’occasione per passare dalle parole ai fatti e rifiuta misure reali e concrete per contrastare le infiltrazioni e le pratiche e tutelare la sicurezza dei lavoratori. La Cgil Veneto è invece come sempre coerente: senza limiti al subappalto a cascata, per noi il protocollo non ha valore”.