Giancarlo Mancuso ha 55 anni e per 24 ha lavorato in Almaviva Contact a Palermo. “Nel 2020 siamo stati spostati dalla commessa Wind al servizio 1500 istituito dal ministero della Salute. Ci dissero che, finita la pandemia, saremmo tornati alle nostre commesse”. Quel lavoro, ricorda, “era emotivamente pesante: ricevevamo chiamate di persone che avevano moribondi in casa, gente che non respirava, che non sapeva cosa fare.”
Quando l’emergenza è finita, il Ministero “ci ha ringraziati per la professionalità, e nello stesso momento ci ha comunicato che non avevamo più un lavoro”. Dopo nove mesi di sospensione e cassa integrazione, il servizio non è più ripartito. Almaviva ha dismesso le commesse storiche e per Mancuso e i suoi 488 colleghi si è aperto il baratro. “Non lavorando più su quelle commesse da oltre sei mesi, abbiamo perso il diritto alla clausola sociale. Siamo rimasti intrappolati nel bacino Almaviva”.
“È paradossale – spiega –. Abbiamo perso il lavoro perché abbiamo lavorato per il Ministero della Salute, in un servizio di pubblica utilità nazionale”. Oggi ci sono contatti con la Regione Sicilia, ma nulla di concreto. “Chiediamo alle istituzioni un senso di responsabilità – sottolinea –. Non vogliamo assistenza, vogliamo inietro solo la nostra dignità.”

![10. Giancarlo Mancuso, Almaviva Contact Palermo SLC [crisi industriali]](https://images.collettiva.it/view/acePublic/alias/contentid/1musq1dxza1x79b2efh/0/image.webp?f=16%3A9&q=0.75&w=3840)





















