Tre anni di diritti erosi o perduti. Dall’inizio della XIX legislatura e dall’insediamento del governo guidato da Giorgia Meloni, la situazione dei diritti umani nel nostro Paese mostra segnali di arretramento. È quanto emerge dal rapporto di Amnesty International Italia Il governo Meloni al giro di boa, frutto di un monitoraggio concluso nel novembre 2025.

L’analisi di Amnesty International evidenzia una linea politica fortemente polarizzata sui temi della sicurezza, della migrazione e delle crisi internazionali, accompagnata da scelte legislative che, secondo l’organizzazione, hanno progressivamente ristretto lo spazio civico e indebolito le garanzie democratiche.

Sicurezza e dissenso: segnali di una deriva autoritaria

Amnesty International sottolinea che, dal primo “decreto-rave” dell’ottobre 2022 fino alla conversione del “decreto sicurezza”, l’esecutivo ha fatto ricorso in modo sistematico alla decretazione d’urgenza per introdurre norme restrittive. Secondo l’organizzazione, l’inasprimento delle pene e l’introduzione di quattordici nuove fattispecie di reato, in larga parte legate a manifestazioni di dissenso, rappresentano un chiaro campanello d’allarme.

“La normativa approvata in tema di sicurezza è il sintomo che l’autoritarismo si appresta a prendere piede anche nel Nostro paese”, ha dichiarato Anneliese Baldaccini, responsabile delle relazioni con le istituzioni di Amnesty International Italia. Baldaccini ha inoltre denunciato “l’uso eccessivo della forza e il ricorso ai fogli di via contro le persone attiviste”, in particolare durante le manifestazioni di solidarietà con la popolazione palestinese della Striscia di Gaza.

Migrazione e giustizia internazionale: obblighi disattesi

Sul fronte migratorio, Amnesty International critica duramente l’accordo tra Italia e Albania per la realizzazione di centri destinati al trasferimento di persone migranti. Secondo l’organizzazione, il protocollo è “illegale e costoso” e viene mantenuto nonostante numerose pronunce di illegittimità da parte delle corti italiane ed europee.

“Il Governo Meloni non ha esitato a impegnare enormi risorse pubbliche per un accordo che viola il diritto internazionale”, ha affermato Baldaccini, sottolineando la responsabilità dell’esecutivo nel perseverare in una strategia contraria agli obblighi di tutela delle persone in cerca di protezione.

La Ong denuncia anche una crescente delegittimazione della giustizia internazionale. Secondo il rapporto, l’atteggiamento indulgente verso il governo israeliano e la critica esplicita alla Corte penale internazionale, culminata nel caso dell’accompagnamento in Libia del ricercato Almasri, rappresentano “un clamoroso atto di disprezzo” verso gli obblighi di cooperazione internazionale dell’Italia.

Diritti economici e sociali: povertà e salute restano emergenze

Un capitolo centrale del rapporto di Amnesty International riguarda i diritti economici e sociali. L’organizzazione rileva che, nel biennio 2023-2024, la povertà assoluta è rimasta stabile ma su livelli allarmanti, coinvolgendo circa 2,2 milioni di famiglie e quasi 5,7 milioni di persone. Amnesty International evidenzia come l’incidenza della povertà sia cresciuta in modo sproporzionato tra le famiglie con almeno un cittadino straniero, superando il 35 per cento nel 2024.

Amnesty International chiede politiche strutturali capaci di garantire il diritto a un alloggio adeguato e a una protezione sociale efficace, per evitare che le persone più vulnerabili scivolino sotto la soglia di povertà.

Anche il diritto alla salute resta fortemente compromesso. Nel 2024, secondo il rapporto, 5,8 milioni di persone hanno rinunciato a visite e accertamenti per ragioni economiche, per le lunghe liste d’attesa o per difficoltà di accesso ai servizi, soprattutto nel Sud Italia.

Aborto e diritti riproduttivi: tutele insufficienti

Amnesty International denuncia il mancato pieno rispetto dei diritti sessuali e riproduttivi delle donne. L’organizzazione segnala l’elevatissima percentuale di obiettori di coscienza tra i ginecologi, con picchi superiori all’80 per cento in alcune regioni, e la conseguente difficoltà di accesso all’interruzione volontaria di gravidanza, soprattutto nel Mezzogiorno.

Secondo Amnesty, la progressiva marginalizzazione dei consultori familiari e l’ingresso di associazioni anti-scelta nelle strutture sanitarie pubbliche rappresentano un ulteriore ostacolo all’effettiva applicazione della legge 194.

L’organizzazione critica inoltre lo stop parlamentare alla riforma della normativa sullo stupro basata sul principio del consenso. “Sembrava che il Senato potesse colmare dodici anni di ritardo rispetto agli obblighi della Convenzione di Istanbul”, ha ricordato Baldaccini, “ma il voto finale è stato bloccato e rinviato”.

Diritti LGBTQIA+: tra vuoti normativi e attacchi politici

Amnesty Italia segnala un persistente vuoto normativo nella tutela delle persone LGBTQIA+ e un clima politico ostile, caratterizzato da continui attacchi ai diritti delle famiglie omogenitoriali e ai percorsi di affermazione di genere, anche per i minori.

Particolarmente critica, secondo l’organizzazione, è la scelta di rendere la gestazione per altri un reato perseguibile universalmente. Amnesty sottolinea che il mancato riconoscimento giuridico del genitore intenzionale discrimina le famiglie omogenitoriali e nega ai minori piena tutela dei loro diritti, nonostante i richiami della Corte costituzionale e della giurisprudenza europea .

Scuola e “teorie gender”: una narrazione divisiva

Amnesty International denuncia infine l’offensiva politica contro le cosiddette “teorie gender”, ritenuta funzionale a rafforzare stereotipi e discriminazioni. Le proposte di limitare l’educazione affettiva e sessuale nelle scuole vengono giudicate dall’organizzazione come un grave rischio per il diritto all’educazione inclusiva e per la prevenzione della violenza e del bullismo.

Si restringe lo spazio dei diritti in Italia

Il rapporto conclude che il Governo Meloni ha adottato leggi e politiche che restringono lo spazio civico, colpiscono il dissenso e prendono di mira gruppi e identità marginalizzate.