Nella “sala delle eccellenze” ti premiano se hai la media del nove. Attestato di merito e 100 euro. Non è una distopia, non è un episodio di una delle tante serie tv che da tempo descrivono immaginari – ma non troppo – mondi ipercompetitivi: ultima la brasiliana 3% dove se superi una serie di competizioni puoi andare a vivere nell’offshore, una sorta di paradiso terrestre per pochi eletti. 

Non siamo, e probabilmente mai saremo a questo punto, ma certo ha suscitato scalpore la notizia che l’istituto superiore Scalcerle di Padova ha deciso di istituire un bonus, appunto di 100 euro, per i più bravi.

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In un contesto in cui aumentano stress e ansie – fino a esiti tragici, ultimo il suicidio di uno studente che frequentava medicina a Chieti – si continuano a proporre modelli e prassi meritocratici, che nulla hanno a che vedere con valori e obiettivi di una scuola, e più in generale di una formazione, che sia ancorata alla nostra Costituzione.

Decenni di analisi e avanzamenti pedagogici, di ragionamenti sul valore formativo della valutazione gettati alle ortiche da una marea aziendalista e iperliberista che si fa largo nonostante una resistenza quasi eroica di tanti e tante che nella scuola operano. I segnali sono inquietanti e si moltiplicano. L’ultimo, e si notino le parole scelte: il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge Competitività, che inserisce l'educazione finanziaria nell'insegnamento dell'Educazione civica.

Durissimo il commento della Rete degli studenti medi sull’episodio di Padova. Il coordinatore nazionale, Paolo Notarnicola, spiega come si tratta della “scuola del merito di Valditara. Quella del chi prima arriva, meglio alloggia. Gli studenti non sono d'accordo: l'obiettivo della scuola pubblica dovrebbe essere quello di pensare a chi rimane indietro, di rimuovere gli ostacoli per chi è privo di mezzi, parafrasando la Costituzione, non premiare e osannare chi eccelle”.

"Non possiamo che giudicare questo tipo di iniziative, insieme alla narrazione che ne viene fatta, del tutto inopportuna e grave, in un momento in cui i casi di suicidi tra gli studenti riempiono i titoli dei giornali e le conseguenze tragiche della costruzione di spazi di competitività tossica e obiettivi irraggiungibili vengono denunciate ogni giorno”, chiosa Marco Nimis, coordinatore della Rete studenti medi del Veneto.

Esilarante la motivazione data dal dirigente scolastico dell’istituto padovano che ha deciso il premio: “È uno stimolo anche per chi non viene premiato a impegnarsi ancora di più. Le reazioni degli studenti sono sempre state di allegria e di soddisfazione”.

La verità è questa idea performante dell'apprendimento, quasi fosse una gara, fa sorridere, se si guarda ai veri problemi di una scuola in cui uno studente su sei non prosegue gli studi e uno su 15 ha avuto esperienze di lavoro minorile. E se si pensa che a questi disastri si risponde con i premi ai più bravi, mentre si tagliano gli istituti sul territorio con le nuove regole sul dimensionamento scolastico e si prepara un’autonomia differenziata che renderà i fragili sempre più fragili.