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Crescono dell’80% gli infortuni mortali nelle Marche nei primi otto mesi dell’anno, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso: da gennaio ad agosto si è giunti a 18 infortuni mortali rispetto ai 10 del 2024. I più soggetti a infortuni mortali sono gli uomini italiani per i quali si passa da 10 a 15, per le donne, da 0 a 3. Le più colpite sono le province di Ascoli Piceno e Pesaro-Urbino.
I numeri della strage silenziosa sul lavoro, dati Inail elaborati da Ires Cgil Marche, continuano dunque a crescere; numeri preoccupanti poiché mancano all’appello quelli degli ultimi mesi. Rispetto allo stesso periodo gennaio – agosto 2025, rimane invariato invece il numero di infortuni che avvengono dentro i luoghi di lavoro, che penalizzano donne e le fasce di età tra i 25 e i 29 anni e tra i 60 e i 69 anni.
Longhin, Cgil Marche: “Serve una rivoluzione culturale”
“Dietro a ogni incidente c’è un essere umano e quando si spengono i riflettori le famiglie rimangono sole, per questo è necessario che la Regione non distolga lo sguardo ma discuta e si attivi per cambiare le cose”, fa sapere Loredana Longhin, segretaria regionale Cgil Marche. “Serve una rivoluzione culturale – aggiunge –, che il mondo delle imprese smetta di girarsi dall’altra parte, di rincorrere il profitto sacrificando la vita e la salute delle persone. Anche la politica deve fare la sua parte”.
Per questo, la Cgil Marche chiede alla nuova giunta regionale che si renda parte attiva perché si fermi la strage sul lavoro. Dice Longhin: “È necessario aumentare la spesa sanitaria in prevenzione e sicurezza almeno al 5% così come previsto dal Piano nazionale della sicurezza”. Inoltre, “vanno rafforzati e qualificati i servizi di prevenzione che sono in sofferenza ormai da troppo tempo”. E ancora: “Va potenziato il coordinamento tra Ispettorato del lavoro e Ast, migliorando le verifiche non solo in quantità e frequenza ma anche in qualità. Va dato un maggiore ruolo di programmazione e elaborazione al Comitato regionale di coordinamento e prevenzione prevedendo un maggiore coinvolgimento dell’Inail”. Infine, conclude Longhin, “occorre elaborare un piano di utilizzo e investimento delle risorse recuperate a seguito delle sanzioni per le violazioni normative su salute e sicurezza”.