PHOTO
La Cgil boccia senza appello la proposta di legge regionale n. 207 sugli “Interventi a favore della famiglia, della natalità e della crescita demografica”. Un testo, scrive il sindacato, “basato su bonus e misure estemporanee”, che “non affronta le vere cause del calo delle nascite: precarietà del lavoro, perdita del potere d’acquisto dei salari, politiche per la casa, mancanza di servizi educativi pubblici e accessibili in quantità e qualità”. L’impostazione, secondo la Cgil, è sostanzialmente la stessa delle politiche nazionali sul tema, “meramente ideologica e assistenzialista”.
La Cgil di Roma e Lazio è preoccupata anche per la presenza di “riferimenti alla tutela del nascituro e all’accompagnamento della donna in gravidanza, che lasciano intendere l’ennesima messa in discussione del diritto all’interruzione volontaria di gravidanza e l’autodeterminazione femminile. La legge riconosce come ‘famiglia’ solo il modello tradizionale, escludendo le molteplici forme familiari oggi presenti nella società, e promuove il fattore famiglia in sostituzione dell’Isee, introducendo criteri potenzialmente discriminatori”.
Restando sul tema, per altro, il sindacato ribadisce che è in atto un “indebolimento del sistema pubblico dei nidi e dei consultori attraverso la mancanza di fondi a vantaggio del privato e dell’associazionismo anti abortista”. Per queste ragioni la Cgil chiede che questa proposta venga ritirata: “non tutela le persone, le discrimina”.