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Crollato a terra senza vita intorno alle 3 di notte di sabato, davanti agli occhi di decine e decine di giovani che in quel momento affollavano la piazzetta. Palermo, nel cuore della movida, pochi metri dal Teatro Massimo, all’Olivella, Paolo Taormina, 21 anni, esce dal pub che gestisce insieme alla famiglia, 'O scrusciu, con l’intento, secondo le ricostruzioni, di sedare una rissa. Poi l’omicidio. Per il fatto è stato fermato Gaetano Maranzano, un 28enne che viene dal quartiere Zen e che avrebbe confessato.
Palermo reagisce. Stasera “una marcia silenziosa per fare rumore” promossa da Cgil Cisl Uil e Acli
Allo sgomento delle prime ore della domenica mattina, quando la notizia ha iniziato a circolare, Palermo ha reagito, mobilitandosi contro la violenza che continua a mietere vittime nelle strade. Ieri, 12 ottobre, in serata, oltre duemila persone hanno partecipato a una fiaccolata cui erano presenti anche la sorella e la madre della vittima partita da piazza Politeama e arrivata in via Spinuzza, nei pressi del locale dinanzi al quale si è consumato il delitto, chiedendo che si fermino “le morti senza senso”. Davanti al teatro Massimo un grande cartello con i volti delle vittime della movida violenta: quelli di Massimo Pirozzo, Andrea Miceli e Salvatore Turdo, uccisi nella strage di Monreale, del giovane medico Aldo Naro, ammazzato in discoteca
Oggi nuova marcia convocata per stasera alle 20.30 da piazza Verdi fino alla prefettura, una “marcia silenziosa per fare rumore”, promossa da Cgil, Cisl, Uil e Acli, per dire “basta alla violenza cittadina e al degrado sociale che sta soffocando la città ormai allo sbando. Facciamo appello ai cittadini onesti, che amano la propria città e che sperano in un futuro diverso per i nostri giovani, affinché partecipino – affermano i segretari generali Cgil e Cisl Palermo Mario Ridulfo e Federica Badami con il segretario regionale Uil Sicilia e Area Vasta Ignazio Baudo e il presidente Acli Palermo Francesco Todaro –, perché è giunto il momento di reagire concretamente e insieme. Servono azioni immediate per l’ordine pubblico, il disagio e le fragilità sociali”.
Ridulfo, Cgil Palermo: “Siamo tornati all’anno zero”
“A Palermo la statistica adesso è cambiata. Basterà un morto ammazzato di 21 anni a fare cambiare la politica dei governi nazionale e locale?”. A chiederselo è Mario Ridulfo, segretario generale della Cgil Palermo. “Il signor ministro degli Interni, sua eccellenza il Prefetto e il professor signor sindaco di Palermo ci parleranno ancora di statistica e di percezione?”.
“Purtroppo sì, può succedere ad ognuno dei nostri figli – continua il sindacalista –. Palermo è tornata all’anno zero. Lo avevamo detto dopo i fatti di cronaca dello scorso mese di luglio: tutta la città è caratterizzata da una illegalità diffusa, tollerata e a tratti giustificata che produce degrado sociale. Per questo, da un lato denunciamo l’assenza di politiche di prevenzione e di cura, soprattutto nei casi di soggetti che fanno uso di droghe, e dall’altro un carente controllo del territorio da parte delle forze dell’ordine, non solo nel centro città. Lo Stato batta un colpo prima che ci scappi il morto, avevamo detto”.
“Purtroppo il morto adesso c’è scappato e si aggiunge ai giovani di Monreale uccisi e a una crescente sequenza di allarmi – aggiunge Ridulfo –. Adesso si apra una discussione pubblica senza minimizzare. Lo ripetiamo: senza una chiara assunzione di responsabilità da parte dei responsabili dell’ordine e della sicurezza della nostra città e poi di tutti i cittadini, purtroppo potrebbe pure non essere l’ultimo”.