“La soluzione prospettata dal ministro per far fronte a un problema complesso come quello della eccessiva dipendenza degli adolescenti dai dispositivi elettronici è profondamente sbagliata”. Così Gianna Fracassi, segretaria generale della Flc Cgil, commenta il divieto del cellulare in classe deciso dal ministro Valditara.

Per Fracassi l’esponente del governo “continua la sua crociata contro l’autonomia scolastica e dispone anche nelle scuole superiori il divieto di utilizzo degli smartphone, in risposta all’allarme lanciato da una recente indagine Ocse sugli effetti negativi sul rendimento scolastico.
Una scelta “diseducativa e di fatto impraticabile. Valditara ha infatti solo l'intento demagogico di propagandare l’assunzione di una misura, quando in realtà l’uso dei cellulari in classe è già regolato in tutte le scuole da precise disposizioni che ne vietano l’impiego per fini personali o ricreativi, e questo il ministro dell’Istruzione non può non saperlo”.
“Sarebbe invece necessario – continua Fracassi - promuovere nelle scuole maggiore consapevolezza e spirito critico nell’utilizzo di questi strumenti anche fuori dalle mura scolastiche, senza privare studenti e docenti degli innegabili vantaggi e delle infinite potenzialità derivanti dall’utilizzo didattico degli smartphone in classe. Inoltre, già da diversi anni c’è la possibilità di adottare libri di testo in formato digitale che oggi gli studenti consultano anche in classe dai loro smartphone, ma forse Valditara non lo ricorda”.
Per la leader sindacale in questo modo il ministro “interviene pesantemente nell’autonomia delle istituzioni scolastiche tutelata dalla Costituzione. Con una nota che si rivolge direttamente ai dirigenti scolastici, li obbliga a rivedere regolamento di istituto e patto di corresponsabilità con le famiglie e a individuare specifiche sanzioni disciplinari per coloro che dovessero contravvenire a tale divieto, scaricando di fatto sui dirigenti la ricerca di soluzioni divisive e difficilmente praticabili”.
“Si tratta dell’ennesima trovata con la quale Valditara, grazie anche al sostegno alla sua iniziativa da parte di un’associazione professionale di dirigenti scolastici, nel ribadire la sua idea autoritaria di scuola che vieta e punisce, vuole in realtà distogliere l’attenzione dai veri problemi del sistema scolastico che puntualmente si ripresentano senza soluzione ad ogni apertura dell’anno scolastico”, conclude Fracassi.