Dall’inizio della XIX legislatura sono stati presentati dal Governo Meloni ben 67 programmi di procurement (richiesta e acquisto) militare, per una spesa complessiva di quasi 24 miliardi. Si tratta di denaro che in buona parte potrebbe invece essere destinato ai servizi pubblici per gli italiani, dai trasporti alla sanità, dalla scuola alle pensioni.

MIL€X, l’osservatorio che realizza rapporti annuali sulle spese militari italiane, ha pubblicato la tabella allegata in calce che elenca i 67 programmi, dei quali solamente cinque non sono ancora stati approvati, specificando fornitori e costi. 

Come ci spiega nel podcast l’analista Francesco Vignarca, copromotore di MIL€X e coordinatore della Rete pace disarmo, tra i programmi particolarmente onerosi emerge quello per l’ammodernamento “di mezza vita” e il supporto tecnico manutentivo delle otto fregate Fremm: 2,44 miliardi la spesa prevista fino al 2039, navi “nuove” entrate in servizio tra il 2013 e il 2019, ma che secondo la Marina necessitano di un “ammodernamento tecnologico evolutivo”, con Fincantieri e Leonardo come destinatari della commessa.

Vignarca, compiendo un’analisi politica a livello nazionale e internazionale, ricorda che la sicurezza “non è quella che deriva dall’avere l’esercito più forte al mondo”, ma quella che viene dal lavoro, dalla sanità, dall’istruzione e dalle pensioni: “Ancora una volta si dimostra che tutta questa spinta al riarmo europeo è solamente una certa retorica che serve ad avvantaggiare i soliti interessi armati”.

Senza tralasciare, ricordiamo noi, che il titolare della Difesa dell’attuale governo, Maurizio Crosetto, in un Paese ormai assuefatto dai conflitti di interesse, prima di divenire ministro è stato presidente della Federazione aziende italiane per l'aerospazio, la difesa e la sicurezza e senior advisor di Leonardo, come da egli stesso sottoscritto nel curriculum professionale della Camera, obbligatorio per ogni deputato.