"Tra i lavoratori c'è paura, tanta paura" dice un dipendente della Usl Umbria 1 ai microfoni di Collettiva, preferendo non mostrarsi in volto. I lavoratori di cui parla sono infermieri e operatori socio-sanitari della Rsa "Seppilli" di Perugia, una Residenza sanitaria assistenziale che ospita anziani non autosufficienti e che ora sarà destinata dalla Regione a struttura Covid. Una scelta non solo non condivisa con lavoratori e sindacati, ma che desta grande preoccupazione sia per il personale che per le persone anziane e i loro familiari. 

I sindacati dei lavoratori della sanità hanno per questo dato vita a un presidio simbolico davanti alla struttura, mentre quelli dei pensionati hanno lanciato un grido d'allarme rispetto al rischio di riproporre un "modello Lombardia". Per Spi, Fnp e Uilp dell'Umbria “la salute degli anziani è un bene prezioso per tutta la comunità che deve essere tutelato come diritto individuale, ma anche come bene collettivo, a salvaguardia di una generazione che ha costruito, non retoricamente, ma oggettivamente, il Paese e l’Umbria. Per questo è necessaria una regia condivisa delle scelte a tutela delle fasce più fragili della popolazione”.