“Non stiamo zitti e buoni”. Alle risposte “inadeguate del governo sui fatti di Pisa e su altri gravi episodi di repressione del dissenso dentro e fuori i luoghi della conoscenza”, la Flc risponde con un presidio domani (29 febbraio, alle 10) sotto al ministero dell’istruzione e merito “per un modello di istruzione e di società non punitivo e sanzionatorio e per una scuola e un Paese democratici e non autoritari”. Così in una nota del sindacato della conoscenza della Cgil che si mobilità insieme alle sigle degli studenti e a tante altre associazioni.

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Una risposta compatta, dunque. Dopo i fatti orribili di Pisa – e non solo di Pisa – sono state tante le iniziative e le mobilitazioni che mostrano in che direzione va quella parte sana del Paese che dice no a un’idea repressiva che si è tradotta nell’uso dei manganelli, ma che trova riscontri in tanti provvedimenti pensati e licenziati dal ministro Valditara.

A cominciare, ovviamente, dall’inasprimento delle sanzioni disciplinari verso studentesse e studenti, per esempio nelle occupazioni con la risibile proposta di invertire l’onere della prova: “Sei tu che devi dimostrare di non avere occupato”.

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“È la dimostrazione – dice la segretaria generale della Flc Cgil, Gianna Fracassi – che in Italia ci sono ancora tanti cittadini e tante cittadine, lavoratori, studenti che sono disponibili a scendere in piazza per rivendicare il diritto legittimo alla critica e al dissenso”, perché “è solo con la democrazia diffusa che una società può dirsi pienamente democratica”.

Insomma, conclude la sindacalista, in una fase così delicata in cui questo diritto è sotto attacco, “non possiamo stare fermi e dobbiamo continuare a mobilitarci per dire con forza: ‘giù le mani dalle ragazze e dai ragazzi. Noi vi impediremo di impaurirli, di non fargli più immaginare la possibilità di cambiare il mondo’. Siamo pronti a difendere fino in fondo questi diritti”.