La storia dei Fratelli Cervi è una di quelle vicende realmente accaduta che però, nel corso dei decenni, si trasfigurano nel mito, nel caso specifico diventando uno dei più potenti della storia dell’Italia contemporanea. La vita di una famiglia, che diventa epopea, simbolo di un’intera generazione di partigiani e antifascisti. I sette fratelli vennero fucilati dai militi fascisti a Reggio Emilia il 28 dicembre 1943. Gelindo, Antenore, Aldo, Ferdinando, Agostino, Ovidio, Ettore. Ma chi erano davvero questi sette uomini? E com’era la loro famiglia?

La Storia e la memoria

A raccontarcelo è un’imponente ricerca storica, Fratelli Cervi. La storia e la memoria (Viella Editrice, 2024), a cura degli storici Toni Rovatti, dell’Università di Bologna, Alessandro Santagata dell’Università di Padova e Giorgio Vecchio, già docente presso l’Università di Parma. Lo studio è stato presentato ieri a Reggio Emilia, presso la Sala del Tricolore, alla vigilia delle celebrazioni per il 25 Aprile. “Un lavoro necessario - lo definisce Albertina Soliani, Presidente dell’Istituto Alcide Cervi - per restituire a tutti i contemporanei i fatti, la documentazione, l’interpretazione di una vicenda che è a fondamento della nostra democrazia”.

Leggi anche

Lavoro

Landini: “Un 25 Aprile di lotta e libertà”

Mobilitazione Cgil in tutte le piazze d’Italia. Nella stessa giornata inizierà la raccolta firme per i quattro referendum sulle maggiori tutele del lavoro

Landini: “Un 25 Aprile di lotta e libertà”
Landini: “Un 25 Aprile di lotta e libertà”

La ricerca storica

Il saggio è il risultato di un lungo e approfondito lavoro di ricerca e di riflessione, raccolto in un corposo volume che ricostruisce in modo completo la storia della famiglia al completo, restituendoci i caratteri di tutti i componenti, comprese la madre Genoveffa e le sorelle, Rina e Diomira. La narrazione della vita di uno dei più celebri esempi della Resistenza italiana diventa, però, anche un’occasione importante per ricostruire una intera epoca storico-politica e sociale. I Cervi erano contadini, mezzadri poverissimi prima di arrivare all’affitto del Podere di Campirossi, che permetterà loro di acquisire un po’ di benessere grazie al bestiame e ai prodotti della terra. Oggi, quei campi sono diventati la sede del museo che porta il cognome della famiglia, che accoglie centinaia di visitatori, tra cui anche tante scuole.

Il mito e l’umano

Attraverso il volume e i numerosi documenti, i Cervi diventano una lente di ingrandimento che permette di capire meglio tutto quell’universo contadino a cui essi stessi appartenevano, attraversato da un sentimento di profonda umanità e solidarietà, che fu alla base della vicenda dei Cervi. “Quel cammino nuovo è in corso - prosegue Soliani - libertà, fraternità, pace sono di nuovo obiettivi cruciali davanti a noi. Il mappamondo dei Cervi gira ancora, e oggi gira per noi”.

Leggi anche

Culture

Scurati, Meloni e la “tentazione autoritaria”

Intervista allo scrittore Nicola Lagioia, per commentare una vicenda che rivela l’intenzione di reprimere ogni dissenso nei confronti dell’attuale governo

Scurati, Meloni e la “tentazione autoritaria”
Scurati, Meloni e la “tentazione autoritaria”

Un racconto lucido

Il volume segue i diversi percorsi che portarono la famiglia Cervi all’opposizione al fascismo, al rifiuto della guerra, alla scelta partigiana, fino all’arresto e alla fucilazione. Inoltre, ripercorre gli anni successivi, per analizzare come dai fatti è nato il mito. L’intento è provare a restituire il racconto lucido di chi fosse ognuno dei sette fratelli preso come singolo, come uomo, con i suoi difetti, le sue caratteristiche peculiari, oltre che con le sue virtù di “eroe”. Uno studio che non vuole smitizzare, bensì umanizzare.