Un anno fa nessuno se lo sarebbe aspettato. Il mondo del libro durante la pandemia ha tenuto. Chi ci avrebbe creduto a marzo 2020, con le librerie sigillate e le case editrici che ricorrevano alla cassa integrazione? Già a agosto 2020 alcuni dati positivi avevano rincuorato il settore. Ora, a consuntivo, se ne aggiungono altri. I più freschi sono quelli contenuti nel Libro bianco sulla lettura e i consumi culturali in Italia (2020-2021), ricerca voluta dal Centro per il libro e la lettura, realizzata dall'Ufficio studi dell'Associazione italiana editori e presentata lo scorso 31 marzo. Restano, comunque, dati generali da leggere con cautela. Il viaggio che Collettiva sta facendo nel mondo dell'editoria indipendente mostra situazioni diverse e non sempre positive. Navarra editore, ad esempio, oggi ci parla di un "settore in ginocchio" e con pochi margini di manovra, a causa del Coronavirus che ha cancellato fiere, eventi, reading.

Ad ogni modo, cosa dice il Libro bianco? Innanzitutto che, "dopo una contrazione della lettura durante i mesi del primo lockdown (più sensibile se si considerano solo i libri a stampa, più limitata se si tiene conto anche degli e-book), gli italiani sono tornati a leggere con un'intensità ancora maggiore rispetto al periodo precedente alla pandemia. In valori assoluti - prosegue il report - e considerando la lettura nel suo complesso (libri, e-book, audiolibri), la popolazione dei lettori in Italia è cresciuta dai 26,3 milioni di individui dell'ottobre 2019 ai 27,6 milioni dell'ottobre 2020. Anche il fatturato complessivo del settore ha fatto registrare un dato positivo: +2,3 a fine 2020, con una tendenza in crescita anche nelle prime otto settimane del 2021 (+25% nei libri a stampa)".

Le cause di questi risultati sono diverse. "Da un lato, la rapida capacità riorganizzativa dei processi produttivi e di prodotto da parte degli editori: attraverso l'avvio di processi di smart working, riorganizzando l'area diritti, spostando la produzione dalla carta al digitale, rimodulando il piano editoriale e proponendo nuovi autori e nuovi titoli. Dall'altro - evidenzia sempre il Libro bianco -, le misure adottate prontamente dal governo e dal Parlamento per affrontare la crisi. Il libro è stato considerato come 'bene essenziale', con la conseguente apertura delle librerie anche durante i lockdown".

Importante il sostegno concreto alla domanda pubblica e privata, che "si è sviluppato attraverso una serie di aiuti diretti agli editori, alle librerie ai traduttori. In particolare, i finanziamenti pubblici hanno compreso 30 milioni di euro per 18App, 15 milioni di rifinanziamento per Carta cultura, 30 milioni di fondo per gli acquisti delle biblioteche di pubblica lettura, 10 milioni di aiuti ai piccoli editori, 12 milioni agli editori turistici e d'arte, 10 milioni di crediti d'imposta alle librerie, 5 milioni in aiuti ai traduttori".

Molti di questi dispositivi rientrano nella Legge per il libro e la lettura, varata esattamente un anno fa. La normativa si è dimostrata "un elemento decisivo per la tenuta delle librerie e dell’intero sistema editoriale". Ne sono convinti Marco Zapparoli e Andrea Palombi, presidente e vicepresidente di Adei, l'Associazione degli editori indipendenti. La legge è stata varata in piena pandemia, il 25 marzo 2020, col sostegno dell'Adei e delle associazioni dei librai. Fissa un limite agli sconti sul prezzo delle novità editoriali: il 5% (il 15% per i testi scolastici). Anche le librerie, e non più solo gli editori, possono organizzare promozioni con limiti di sconto fino al 15%, ma solo una volta l'anno.

Sulla scorta dei dati forniti da GfK Italia, Adei segnala come il 2020 si sia chiuso "in sostanziale parità rispetto all’anno precedente. Con 1 miliardo 371 milioni di euro complessivi – valore di copertina – il settore della varia ha fatto registrare un + 0,1 a valore, e un – 0,4% a copie. Già questo è un risultato estremamente positivo in un anno caratterizzato dall’emergenza sanitaria. A fronte di un mercato stabile per quantità di volumi venduti, va sottolineata la crescita del valore del mercato a prezzo di vendita del 3,3% rispetto al 2019, pari a un incremento di 75 milioni di euro". Per l'associazione si tratta di un "tesoretto a cui ha contribuito l’introduzione della nuova legge", una legge che "ha dato, e darà, capacità di resistere al settore editoriale nel momento più difficile".

Ma per Zapparoli e Palombi la nuova legge "ha portato, e porterà grandi benefici anche dal punto di vista della promozione della lettura. Sicuramente attraverso le migliori risorse offerte al Centro per il libro e la lettura, che ha attivato leve efficaci per pianificare un piano nazionale per la lettura, potenziare i patti locali per la lettura e molte altre iniziative a sostegno, che prenderanno il via non appena si allenterà la morsa del Covid-19. In secondo luogo - proseguono -, ha certamente favorito una maggior interazione della filiera del libro, consolidando sostegni diretti alle librerie, aprendo la via a sostegni, diretti e indiretti, a biblioteche e imprese editoriali".

In sintesi, per Adei, la legge per il libro, "lungi dall’aver frenato il mercato, lo ha rafforzato e sostenuto". L'associazione "desidera ringraziare tutti coloro che, lungo un intero decennio, hanno creduto nel raggiungimento di questo risultato, che ora è considerato da tutti una solida base di partenza per iniziare a parlare di una nuova legge a sostegno di tutto il comparto editoriale e su cui il ministro Franceschini ha da qualche mese aperto un tavolo di consultazione. Ringrazia le associazioni degli editori indipendenti che si sono battute per questo obiettivo negli anni passati, Odei e Mulini a vento, e le associazioni dei librai, Ali e Sil, che l’hanno sostenuta a fianco di Adei", concludono Zapparoli e Palombi.