“La crisi della Crik Crok di Pomezia non è più sostenibile”. Questo l’allarme lanciato da Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil sullo storico stabilimento (in provincia di Roma) del noto marchio di patatine e snack salati. Allo scopo di evitare il fallimento la società ha presentato al Tribunale di Velletri una seconda richiesta di concordato preventivo (la prima risale al 2015), di cui i giudici stanno valutando l’ammissibilità.

Il piano industriale varato nel dicembre 2023 (con l’ingresso del gruppo imprenditoria Ligea) non sembra aver dato i risultati sperati. L’obiettivo del nuovo concordato è appianare i debiti e favorire l’entrata di un nuovo acquirente, ma la situazione è ancora tutta da definire. Per lo storico stabilimento (fu fondato nel 1949) e per i suoi 96 dipendenti, dunque, questo è il momento più difficile.

Sindacati: “Molte famiglie sono allo stremo”

“Da troppo tempo le lavoratrici e i lavoratori affrontano una condizione di profonda precarietà economica e umana”, scrivono Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil: “Continuiamo ad agire con determinazione per difendere i diritti, i salari e la dignità di tutte le persone coinvolte. Abbiamo sostenuto ogni tentativo di salvaguardia, con serietà e rispetto, ma oggi è necessario un cambio di passo da parte di tutti i soggetti istituzionali e aziendali”.

I sindacati rilevano che “la produzione è ridotta al minimo, le giornate lavorative sono sempre più rare e la cassa integrazione straordinaria non è ancora stata pagata. In assenza di reddito, molte famiglie sono allo stremo. Chi lavora ha continuato a farlo con responsabilità e dignità, ma questo impegno non è stato ripagato”.

Le tre sigle evidenziano che “l'incertezza è aumentata: alla difficile gestione aziendale si somma ora la presentazione di un nuovo concordato preventivo, che getta ulteriori ombre sul futuro. Oggi il rischio non è solo la perdita di posti di lavoro: è in discussione la sopravvivenza stessa di una realtà produttiva con valore industriale e sociale per il territorio”.

Flai, Fai e Uila rivendicano “il pagamento immediato della cassa integrazione straordinaria da parte dell’Inps, nonché il riconoscimento di quanto dovuto a lavoratrici e lavoratori e comunque un sostegno economico che garantisca condizioni di vita dignitose”. E chiedono “sia chiarezza sulle reali prospettive industriali e occupazionali sia un’accelerazione dei tempi da parte del tribunale sui percorsi giudiziari aperti”.

I sindacati di categoria così concludono: “Non è più tollerabile che il peso di questa crisi ricada esclusivamente su chi lavora. È tempo che le promesse si traducano in fatti concreti e verificabili. Il futuro della Crik Crok deve passare per il rispetto, la dignità e il coinvolgimento pieno delle lavoratrici e dei lavoratori, garantendo la continuità di una realtà produttiva a carattere industriale nel territorio”.