Ci risiamo. É davvero lunga la storia delle discriminazioni contro le quali finiscono per imbattersi, di quando in quando, cittadini di origine straniera in tema di welfare e prestazioni sociali. Negli ultimi anni non si contano i ricorsi presentati dal patronato Inca in questo terreno, anche nei confronti dell’Istituto, nel caso di interpretazioni restrittive che rischiano di privare una parte della popolazione di benefici cui avrebbe diritto.

L’assegno unico

Questa volta a finire sul banco del Tribunale di Trento è stato l’assegno unico. Obiettivo della sentenza, ribadire che questa prestazione spetta anche ai figli dei cittadini stranieri, in possesso dei requisiti richiesti in merito a reddito e residenza, che hanno un permesso di soggiorno in attesa di occupazione. E non soltanto ai figli dei cittadini stranieri con un permesso di soggiorno per lavoro, come invece previsto in una circolare dell’Istituto – seppure non se ne trovasse alcuna conferma nel testo di legge –. Così, compiendo, a detta dei giudici, una condotta discriminatoria, l’Inps negato la prestazione a una madre di origine straniera. Oltre al danno, la beffa, visto che parliamo di una condizione di fragilità in quanto migrata, con prole e senza occupazione.  

Il giudizio dell’Inca

Di fronte alla situazione, l’Inca Cgil ha presentato ricorso con l'intervento di Asgi (Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione). Per ora – siamo ancora al primo grado di giudizio – il Tribunale lo ha accolto. Nel podcast potete ascoltare le parole di Valeria De Amorim Pio, dell’Inca nazionale.

Il commento dell’Inca di Trento

“La persona si è rivolta a noi nei primi mesi del 2022 perché aveva letto della novità normativa e dell’introduzione dell’assegno unico universale – ci ha raccontato Marco Colombo, direttore del patronato Inca Cgil di Trento –. Noi l’abbiamo indirizzata prima al Caaf Cgil per compilare l’Isee, poi abbiamo preso in carico la sua domanda di assegno unico. C’è da considerare che, nella prima fase di lancio della novità, non tutte le questioni erano così chiare. Così abbiamo trasmesso la sua domanda insieme ad altre migliaia di domande. In un secondo momento, leggendo le varie circolari diramate dall’Inps sul tema, in particolare il messaggio del luglio 2022 con cui l’Istituto forniva chiarimenti in merito alle istanze presentate dai titolari di permessi di soggiorno a vario titolo, considerando che quelli per attesa occupazione, secondo l’Inps, non avevano diritto alla prestazione, abbiamo valutato la situazione con il nostro avvocato, Giovanni Guarini, abbiamo analizzato le domande che ci risultavano respinte e in particolare alcuni casi che recavano, come motivazione della respinta, il fatto che a presentare domanda fosse stato un titolare di permesso di soggiorno per attesa occupazione”.

"Allora abbiamo chiamato la nostra utente e le abbiamo chiesto se fosse disponibile a presentare ricorso, assistita dal nostro avvocato convenzionato. Lei ha acconsentito e l’avvocato Guarini ha coinvolto l’Asgi, l’Associazione studi giuridici per l’immigrazione, per presentare un ricorso basato sulla discriminazione individuale e poi abbiamo rivendicato il diritto per tutti i casi dello stesso genere, chiedendo la declaratoria di discriminazione per tutti, grazie al fatto che l’Asgi è iscritta all’albo del ministero e può intervenire come associazione affinché si inserisca nel giudizio la discriminazione collettiva. Questo meccanismo ha, come effetto, che, in caso di vittoria, il giudice intimi all’Inps di far cessare immediatamente la condotta discriminatoria in tutti i casi del genere in essere in Italia. Il giudice in pratica ordina all’Inps di riesaminare tutte le pratiche respinte per questa motivazione, di rielaborarle e metterle in pagamento. Inoltre ordina all’Istituto di correggere la circolare e di dare pubblicità e diffusione a questa informazione, con un termine di 120 giorni che, nel caso non venga rispettato, obbliga al pagamento di una sanzione. La pubblicità di questa notizia è essenziale affinché anche coloro che non avevano presentato la domanda perché scoraggiati dalla precedente circolare vengano a conoscenza della novità”.