Welfare e lavoro sono le due gambe su cui l’Italia e l’Umbria devono camminare, se vogliono uscire dalla crisi e offrire una prospettiva alle nuove generazioni, vera ricchezza di questo Paese. È un patto intergenerazionale, quello che lo Spi Cgil Umbria ha lanciato, oggi, 31 marzo, nell’attivo regionale tenuto a Perugia, in una sala dei Notari completamente gremita, e concluso dalla segretaria generale dello Spi, Carla Cantone. In prima fila, le studentesse e gli studenti di Rete e Udu, insieme a centinaia di pensionate e pensionati, arrivati da tutta l’Umbria per testimoniare le grandi difficoltà causate dalla crisi, che nel corso degli anni ha eroso circa il 30% del potere d'acquisto dei redditi da pensione. Oggi, in Umbria, mediamente le pensioni non raggiungono gli 850 euro mensili, e oltre il 50% di pensionati si trova al di sotto di questo importo.

“Nella nostra regione gli anziani sono oltre il 25% della popolazione – ha ricordato Oliviero Capuccini, segretario generale dello Spi Umbria nella sua relazione –, e buona parte di essi sono rappresentati dallo Spi, con i suoi oltre 70.000 iscritti”. Per questo, ha sottolineato il segretario dei pensionati, “vogliamo contare e contare significa indirizzare le scelte che la politica e le amministrazioni sono chiamate a prendere”.

Rilancio dell’occupazione, attraverso investimenti in una vera politica industriale, politiche di inclusione sociale, invecchiamento attivo, sanità pubblica e assistenza territoriale, sostegno alla non autosufficienza: questi, i punti cardine per lo Spi Cgil, che, sulla non autosufficienza in particolare, sottolinea l’importanza dell’accordo raggiunto nei giorni scorsi con la Regione, che prevede l’impegno di una cifra di oltre 10 milioni, comprensiva della quota nazionale, che andrà a finanziare il fondo integrativo regionale per la non autosufficienza. “Una cifra importante, ma ancora insufficiente – ha spiegato ancora Capuccini –; per questo, già da settembre è previsto l’avvio della discussione per il nuovo triennio 2016-2018”.

Dopo le testimonianze dei rappresentanti delle cinque leghe territoriali dello Spi Umbria, che hanno raccontato il grande lavoro che il sindacato dei pensionati svolge sul territorio, con particolare attenzione alla contrattazione sociale con i comuni, e dopo l’intervento di Tiziano Scricciolo, coordinatore dell’Udu, che ha ricordato le tante iniziative che gli studenti condividono con la Cgil e lo Spi in Umbria, la parola è passata alla presidente della Regione, Catiuscia Marini: “Il welfare non può mai essere visto come un lusso, che nelle fasi di difficoltà non possiamo permetterci. Per questo, vi ringrazio, perché siete tra i pochi che continuano a considerare il welfare come un’opportunità e non come un costo”. Marini, poi, ha ricordato i risultati raggiunti insieme al sindacato dei pensionati, come la legge regionale sull’invecchiamento attivo e gli accordi sulla non autosufficienza. “Il confronto con il sindacato è il nostro metodo – ha concluso il governatore dell'Umbria –; forse, per qualcuno, un metodo antico, ma per noi è l’unico possibile”.

Per Mario Bravi, segretario generale della Cgil Umbria, il confronto tra istituzioni e parti sociali, nell’autonomia reciproca, è elemento fondamentale per una ripartenza dela regione. “Il sindacato in Umbria e non solo lì – ha detto il leader della Cgil –, è un presidio di democrazia fondamentale, come ha dimostrato recentemente la grande partecipazione di lavoratrici e lavoratori alle elezioni per il rinnovo della Rsu nel pubblico impiego. Perciò mi piace ricordare oggi, all’indomani del suo centesimo compleanno, l’esempio di Pietro Ingrao, che come primo atto, dopo la sua elezione a Presidente della Camera nel 1976, visitò le acciaierie di Terni, dando così un chiaro messaggio sul legame strettissimo che deve esistere sempre tra istituzioni e mondo del lavoro”. 

Anche Carla Cantone, segretaria nazionale dello Spi Cgil, ha aperto il suo intervento su Pietro Ingrao, “simbolo di una generazione che ha costruito la democrazia in questo Paese, e difeso quei valori che ancora oggi guidano la nostra azione. Oggi che il 43% dei giovani non trova lavoro, e spesso gli anziani non reggono più la loro condizione di unico ammortizzatore sociale, abbiamo bisogno di continuare la nostra azione, su tutti i territori, in tutte le categorie, fianco a fianco con i giovani, pretendendo politiche diverse, incentrate su quei valori di libertà, giustizia sociale ed eguaglianza che sono il fondamento della nostra democrazia”.

Cantone, inoltre, ha ribadito che il sindacato “pretende politiche di sviluppo, contesta il Jobs act, perché non ci sono investimenti, ma solo sgravi alle imprese, fatti anche sottraendo fondi alla coesione sociale”. Chiede, al contrario, di “investire in welfare, che vuol dire rispettare i diritti e creare occupazione” e di “ridistribuire la ricchezza, con una lotta serrata agli sprechi, all’illegalità e alla corruzione, anche “con una tassa patrimoniale”. Infine, ha concluso la segretaria generale dello Spi, “dobbiamo essere sempre più uniti, giovani, lavoratori attivi e pensionati, per dare forza al nostro sindacato, in Italia e in Europa”.