L’8 e il 9 giugno è ripreso il negoziato con Fincantieri per il rinnovo dell’integrativo di gruppo. L’azienda, dopo mesi di approfondimenti su posizioni inaccettabili, ha presentato un documento che riguarda la politica industriale e la premessa di contesto per un possibile accordo.

"Il documento aziendale, ampio e articolato, di fatto, pur in un'ottica di ripresa dal punto di vista produttivo, rilancia gran parte dei concetti pregiudizievoli a un accordo, già giudicati irricevibili nei mesi scorsi dalla Fiom e dai lavoratori, compreso il decentramento delle attività di scafo. Anche in questo documento, nell’ambito della ripresa, non si danno garanzie sufficienti per i cantieri di Palermo e di Castellammare di Stabia, e s'ignora totalmente il futuro di Isotta Fraschini, Cetena e Orizzonti sistemi, tutte controllate del gruppo. Queste lacune, e l’insistenza su posizioni che pensavamo superate, ha reso necessario la presentazione, da parte della Fiom, di una propria proposta anch'essa articolata e coerente con la piattaforma rivendicativa, come premessa per un accordo. L’azienda, pur ribadendo il proprio dissenso su alcuni punti sostanziali della proposta Fiom, si è riservata una valutazione più attenta, chiedendo di aggiornare il negoziato e rimandandolo ai giorni 1 e 2 luglio". Così Antonio Silvestri, segretario generale Fiom Cgil di Venezia. 

La Fiom, pur rendendosi disponibile agli incontri, ha sottolineato "come l’azienda abbia adottato una nuova strategia di allungamento dei tempi, in un regime di cessazione degli effetti dell’accordo del 2009, che penalizza i lavoratori dal punto di vista economico, di continui e ingiustificati provvedimenti contro delegati e lavoratori nei cantieri, a partire da quelli adottati nel cantiere di Marghera, a un utilizzo improprio delle trasferte e dei trasferimenti e una pretesa di operare sul piano organizzativo, come se i lavoratori dovessero assolvere a compiti definiti, pur venendo meno gli accordi che li regolavano. Inoltre, Fincantieri continua ad operare in un regime d’appalto spesso di dubbia legittimità, efficacia e legalità. Questa nuova posizione di Fincantieri, tesa ad annacquare e allungare la discussione, comporta da parte dei delegati della Fiom e dei lavoratori tutti, una riflessione e una risposta precisa in termini d'iniziativa di mobilitazione, anche con nuove modalità".

Per questa ragione, il 15 giugno a Roma verrà svolta una verifica con la consulta giuridica della Fiom, al fine di depositare un atto di comportamento antisindacale contro Fincantieri, in relazione ai trasferimenti ritorsivi operati nei confronti di lavoratori e iscritti Fiom, valutare un'azione legale per il continuo diniego dell’agibilità sindacale alla Fiom nella sede di Trieste, per i provvedimenti disciplinari adottati nel cantiere di Marghera, per l'illegittima mancata erogazione di 70 euro mensili ai lavoratori, previsti anche da accordi precedenti il 2009, per la possibile ed eventuale disdetta di tutti gli accordi in essere nei singoli cantieri, riguardanti l’orario plurisettimanale e la flessibilità. Il coordinamento nazionale Fiom Fincantieri è convocato a Roma martedì 16 giugno, per tirare le somme di questa fase di discussione e avanzare proposte precise di azione e mobilitazione ai lavoratori, in apposite assemblee.