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Veneto: firmato in Regione da parti sociali e istituzioni il “piano strategico regionale sulla salute e sicurezza sul lavoro”. Si tratta di un primo approdo, fortemente voluto dal sindacato mobilitatosi a tutela della vita e della salute dei lavoratori dopo i tragici eventi che in questi mesi hanno seminato lutti nelle aziende della regione. Il piano prevede, tra l’altro, l’aumento (intanto di 30 unità, destinate a crescere nei prossimi due anni) dell’organico degli Spisal, le cui carenze sono state più volte sottolineate da Cgil, Cisl, Uil.
È inoltre istituito un tavolo permanente che dovrà attuare e monitorare l’applicazione del Piano strategico, suddiviso in 8 aree di intervento, ognuna delle quali articolata in più fasi (a breve e a lungo-medio termine). “È il primo miglio di una strada ancora lunga e tutta da percorrere”, commenta Christian Ferrari, segretario generale della Cgil del Veneto che guarda ai prossimi passi da compiere, primo fra tutti quello verso un protocollo tra le parti sociali che abbia al centro investimenti e modelli organizzativi per un lavoro sicuro e di qualità.
“In un 2018 terribile, che ha consegnato alla nostra Regione l’inaccettabile primato in Italia per morti sul lavoro – sottolinea Ferrari – quella di oggi rappresenta una giornata positiva: il Piano strategico firmato questa mattina costituisce un primo risultato per il mondo del lavoro veneto, reso possibile innanzitutto dalle lavoratrici e dai lavoratori. Con la loro mobilitazione di questi mesi, con gli scioperi, con la grande manifestazione unitaria di Padova hanno portato l’emergenza salute e sicurezza sul lavoro dalle pagine di cronaca nera dei quotidiani al centro dell’agenda politica ed economica regionale”.
Il nostro pensiero, aggiunge il sindacalista, “va prima di tutto ai familiari delle oltre 40 vittime che, dall'inizio dell'anno, hanno perso la vita nei luoghi di lavoro della nostra regione. È innanzitutto per loro che abbiamo aperto una vertenza – con le parti datoriali e nelle istituzioni regionali – che non si chiude certo oggi, anzi potremmo dire che oggi si apre veramente, perché potremo dichiararci soddisfatti solo nel momento in cui gli incidenti mortali saranno estirpati dal tessuto produttivo veneto”.
Quanto al piano, “gli obiettivi previsti e in particolare l’avvio di un percorso di rafforzamento degli organici degli Spisal – con una misura iniziale di 30 nuove assunzioni nel 2018 che dovrà essere ulteriormente implementata nel 2019-2020 – rappresentano una prima risposta concreta ma sicuramente non conclusiva né risolutiva”, dice Ferrari.
Si tratta, insomma, del “primo tratto di un cammino ancora molto lungo che dovrà portarci dalla vergogna dell’attuale primato nazionale a diventare una regione virtuosa nell’applicazione delle norme sulla sicurezza, nei controlli, nella tutela a 360 gradi della salute dei lavoratori. Siamo ancora ben lontani da questo obiettivo”.
Nessun trionfalismo dunque, per il segretario della Cgil veneta, “ma la semplice convinzione di aver finalmente intrapreso la strada giusta, una strada che vogliamo percorrere fino in fondo, non solo nel confronto con le istituzioni, ma nella dialettica con le parti datoriali, cui spetta ora assumersi le proprie responsabilità. Il rilancio di una vera strategia per la salute e sicurezza nella nostra regione non potrà infatti dirsi completo sino a quando anche le parti datoriali non assumeranno impegni seri e precisi sul fronte degli investimenti, dei modelli organizzativi, del lavoro sicuro e di qualità, considerando la salute di chi lavora una condizione della produzione che non ammette deroga alcuna”.
Questo aspetto fondamentale, osserva il dirigente della Cgil, “ancora manca. Ed è per questo che abbiamo chiesto e ottenuto dal presidente della Regione di farsi promotore e garante affinché il primo compito del Comitato di coordinamento regionale per la sicurezza sul lavoro – il tavolo permanente che dovrà attuare e monitorare l’applicazione del Piano strategico – sia la sottoscrizione di un protocollo di intesa tra le parti sociali che abbia al centro questi obiettivi e che assuma coerenti impegni in questa direzione da parte delle associazioni datoriali, a cominciare da Confindustria”.
“Il tavolo regionale per la sicurezza non si conclude quindi con la firma di oggi, ma – conclude – rimane convocato in maniera permanente per perseguire una strategia di lungo periodo, la cui attuazione va monitorata costantemente e il cui traguardo potrà dirsi raggiunto solo con un'inversione di tendenza e una vera e propria svolta nella tutela della salute dei lavoratori veneti”.