Scenderanno in sciopero per 72 ore consecutive i portuali siciliani, dalla mezzanotte del 3 a sabato 5 maggio. A proclamare l'astensione dei circa 500 lavoratori che si occupano delle operazioni portuali, e che interesserà tutti i porti siciliani, sono i sindacati di categoria Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti nell'ambito della vertenza sulla cosiddetta autoproduzione: la scelta di alcuni armatori di gestire in proprio le attività portuali, operazioni di carico e scarico, che sono di competenza delle società che operano all'interno degli scali.  

Sono previste manifestazioni e sit in all'interno di tutte le aree portuali della Sicilia. La protesta siciliana farà da preludio allo sciopero nazionale del settore, che Filt, Fit e Uiltrasporti hanno indetto per il prossimo 11 maggio, le cui ragioni sono le stesse: protestare per “i molti casi di autoproduzione nelle operazioni portuali, a dispetto di quanto previsto in merito dalla legge 84/94 sui porti, con conseguenti ricadute sul tema della sicurezza".

Morti sul lavoro: lo sciopero nei porti

"Da anni le compagnie armatoriali usano proprio l'autoproduzione come strumento di ricatto - affermano in una nota i tre segretari regionali di Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti Sicilia, Franco Spanò, Amedeo Benigno e Agostino Falanga - per ottenere ribassi sui servizi un atteggiamento scorretto se si considerano i capitolati d'appalto milionari dove si prevedono anche i costi operativi di questi servizi. Non possiamo tollerare il comportamento provocatorio e disfattista delle compagnie che in assenza di un controllo ritiene di poter agire non rispettando le normative". A sostegno della vertenza regionale è stata lanciata dai sindacati una petizione sottoscrivibile on line, giunta già a quasi 900 firme.