Il governo Renzi con il paventato decreto 90 prova a mettere la mani sul sistema Camerale. Con una mossa affrettata e poco oculata si decide di riformare un ente virtuoso che ha sempre goduto di autonomia finanziaria, senza gravare sulle casse dello Stato. A farne le spese, intanto, saranno circa 60 dipendenti delle società esterne della Camera di commercio di Perugia (per esempio Intercam), che ormai da anni contribuiscono con successo e a costi ridotti al funzionamento di un ente da sempre vicino alle imprese Umbre. E' quanto afferma in una nota Mario Bravi, segretario generale della Cgil dell'Umbria.

"Lavoratori e lavoratrici che sono in gran parte padri o madri di famiglia - spiega -, che hanno un salario intorno ai 1000 euro e che, nella maggior parte dei casi, sono gli unici a portare uno stipendio in famiglia. Si tratta di dipendenti (la maggior parte laureati) con decenni di esperienza e professionalità che hanno maturato competenze svolgendo servizi primari nell’Ente Camerale".

Il previsto decreto "non consentirebbe quindi alle Camere di erogare, attraverso dipendenti a basso costo, servizi di qualità alle imprese e al territorio Umbro.  Non è previsto alcun ricollocamento di queste figure professionali che pertanto verrebbero licenziate ‘dall’oggi al domani’. Razionalizzare e ottimizzare è giusto ed auspicabile ma riteniamo più giusto ed equo farlo a partire dall’alto, andando a ridurre i costi per la dirigenza, per le giunte e i consigli camerali e agendo laddove vi siano margini e spese improduttive che possano consentire di reperire risorse senza andare a tagliare posti di lavoro".

Inoltre, prosegue Bravi, "si dovrà lavorare per respingere ogni tentativo finalizzato a generare lotte fra “tutelati “ e “meno tutelati”. Perciò, la Filcams Cgil di Perugia, unitamente ai dipendenti di queste aziende, oltre ad esprimere forte preoccupazione, chiede alle istituzioni e ai parlamentari Umbri di farsi promotori, attraverso un’azione di pressione sul Governo, di un netto miglioramento del decreto, per scongiurare altri 60 esuberi in un territorio già in ginocchio".