"In un tessuto economico e sociale fortemente scosso e colpito dalla lunghezza infinita della crisi l’introduzione del Jobs act produrrà ulteriori effetti di lacerazione". Lo afferma in una nota Mario Bravi, segretario generale della Cgil dell'Umbria. "Come abbiamo analizzato nel seminario del 12 febbraio a Perugia con esperti e giuristi - prosegue Bravi - gli effetti di ulteriore precarizzazione rappresentati dal cosiddetto contratto a tutele crescenti, che di crescente ha solo la precarietà che diventa strutturale, saranno devastanti nella nostra regione dove nel terzo trimestre 2014, come sottolineato dall’IRES Cgil, solo il 9% degli oltre 100mila avviamenti al lavoro è a tempo indeterminato.
Il direttivo regionale della CGIL dell’Umbria ha deciso di sviluppare un’intensa fase di mobilitazione per contrastare tale deriva".

Rilancio della contrattazione e raccolta delle firme per costruire un nuovo statuto dei lavoratori e delle lavoratrici, inclusivo rispetto a tutte le forme di precariato che dilagano nel mondo del lavoro umbro: questi i punti fondamentali dell'azione decisa dal direttivo regionale della Cgil umbra. Parallelamente, "non escludiamo di ricorrere alla raccolta delle firme per un referendum abrogativo sul jobs act, provvedimento iniquo, subalterno a Confindustria e assolutamente incostituzionale", aggiunge Bravi.

Inoltre nell’ambito della vertenza Umbria la Cgil sostiene fino in fondo la mobilitazione dei lavoratori nelle tre vertenze più rilevanti: Tk-Ast, "contro gli atteggiamenti unilaterali dell’Aa Lucia Morselli"; per la concretizzazione dell’accordo di programma della ex A. Merloni (sostenendo l'iniziativa che si terrà il 7 marzo a Gualdo Tadino); sostegno all'iniziativa promossa dalla RSU della Perugina che si svolgerà l’11 marzo alla Sala dei Notari di Perugia.

Infine, la Cgil tutta "è impegnata per favorire la partecipazione e il voto utile alle liste Cgil nelle elezioni per il rinnovo delle Rsu nei settori del pubblico impiego e della conoscenza, che si svolgeranno il 3-4-5 marzo". "Su questi punti - conclude Bravi - e sulla concretizzazione di un piano del lavoro per l’Umbria alternativo alla logica barbara del jobs act la CGIL dell’Umbria svilupperà tutta la sua capacità di mobilitazione e di coinvolgimento".