Tra i ragazzi che stanno partecipando al programma Garanzia Giovani c’è “una fortissima frustrazione”. A dirlo è il responsabile Politiche giovanili della Cgil nazionale Andrea Brunetti: “Come altro si può sentire un giovane che entra in azienda, viene sfruttato con il tirocinio, gli pagano con mesi di ritardo il rimborso e si ritrova in strada?”. Brunetti approva il “rinnovato interesse sulle politiche attive del lavoro, testimoniato dal milione di giovani iscritti, che ha risvegliato tutti i servizi per l'impiego. Ma il programma è partito due anni fa, lo si è testato sulla pelle dei giovani e solo ora si vede qualcosa di concreto nell'offerta di opportunità”.

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La gran parte delle offerte, sottolinea l’esponente sindacale, sono “di tirocinio. Purtroppo Garanzia giovani ha sancito la definitiva dequalificazione di questa mansione: non più misura formativa, ma sostituzione gratuita di manodopera. E con una spesa di 500 milioni, i giovani ‘stabilizzati’ sono stati solo l'8 per cento secondo l'Isfol”. Per il responsabile Politiche giovanili della Cgil nazionale, allora, vanno attivati “i controlli, finora assenti, su qualità e veridicità. Ora, con il bonus occupazionale raddoppiato, vedremo se davvero le aziende ospitavano i tirocinanti per sfruttarli o per reale volontà di dare loro uno sbocco lavorativo”.