PHOTO
“In Sardegna si sta facendo la politica che il Piano del lavoro della Cgil reclamava e reclama dal governo nazionale. Certo, una regione da sola non ce la può fare, occorre che certi modelli virtuosi siano imitati anche a livello nazionale. Speriamo che se ne accorgano quanto prima: se i segnali incoraggianti che stiamo vedendo si consolidassero, sarebbe la dimostrazione empirica della giustezza della nostra opinione e dell'errore, invece, della politica del governo centrale”. A dirlo è Michele Carrus, alla guida della Cgil sarda, intervistato da RadioArticolo1 della trasmissione Italia Parla (ascolta il podcast integrale).
Anche nell'Isola prosegue il percorso della Carta dei diritti universali. “Il tema dominante – riferisce il sindacalista – è quello della crisi. I lavoratori ci sostengono e sono convinti soprattutto del fatto che vogliamo aprire una fase di discussione nuova che rimetta il lavoro e i suoi diritti al centro delle politiche nel nostro paese”. Un altro aspetto riguarda “l'insostenibilità della Fornero per i lavori faticosi vissuta come una crudele ingiustizia”.
LEGGI ANCHE Lo speciale di Rassegna (foto, video, articoli)
Le assemblee concluderanno il prossimo 19 marzo, a quella data in Sardegna saranno oltre 700. “Dai voti già scrutinati – osserva Carrus – emerge un consenso pressoché unanime alla proposta di legge di iniziativa popolare. Un lavoro difficoltoso perché alcune realtà territoriali, come il Sulcis per esempio, sono impegnate in grosse vertenze e dunque sono partite in ritardo; altre stanno recuperando, complessivamente è stato fatto un buon lavoro”.
Si è parlato anche di precarietà, insicurezza, solitudine, debolezza. Osserva il dirigente sindacale: “Sono temi emersi in particolare lungo la filiera degli appalti e nei siti industriali, dove accade sempre più spesso che le grandi imprese tendano a scaricare gli effetti della crisi sull'indotto. Qui ho riscontrato interesse rispetto all'idea di sviluppare la contrattazione di sito o di filiera come opportunità per i lavoratori più deboli di poter contare, di poter decidere”.
“Abbiamo segnali che appaiono incoraggianti: è l'effetto della nuova stagione politica che ha fatto leva sulla programmazione integrata delle risorse comunitarie, nazionali e regionali, e soprattutto, sulla ripresa importante degli investimenti pubblici”, afferma Carrus: “Sono elementi centrali della nostra battaglia. Per la prima volta nella storia si fa un mutuo importante di oltre 700 milioni di euro per sostenere la ripresa degli investimenti pubblici”.
Dall'altra parte, “abbiamo avuto una debacle nei settori produttivi e nel comparto delle costruzioni, questo richiede un tempo che spesso non si concilia con l'urgenza. Qui da noi, il decreto Poletti ha falcidiato gli ammortizzatori in deroga mettendo letteralmente a terra 30mila persone. Di fronte a questa emergenza, è chiaro che le risposte che riesci a dare non sono soddisfacenti, tuttavia ci sono segnali di inversione di tendenza”.