Il varo del piano per la vaccinazione di massa, il probabile lockdown di Pasqua, l’iniezione del siero anti-Covid anche nelle aziende: questi i temi che dominano le prime pagine dei maggiori quotidiani nazionali di oggi (giovedì 11 marzo).

“Vaccinazioni nelle aziende. Pronta la bozza del piano: dopo i professori toccherà ai fragili, poi si andrà per età decrescente. Ministri divisi sulle chiusure. La Puglia e la Campania anticipano la stretta” titola il Corriere della Sera, mentre Repubblica apre con “Pasqua chiusi in casa. Verso il lockdown per 30 milioni di persone, zona rossa per tutti nel weekend festivo. Regioni gialle, più rigore. Partirà anche il piano di vaccinazioni. Si procede per fasce di età, via libera alle somministrazioni in azienda”.

“Decreto Draghi, l’Italia si fa rossa. Chiusure anticipate in molte Regioni. Rianimazioni piene, interventi rinviati: in Piemonte ricoveri sospesi. Ieri 22 mila contagi e 322 morti. Vaccini, si cambia: tocca ai settantenni, gli over 55 dovranno aspettare luglio”, recita la Stampa, tema analogo per il Messaggero: “L’Italia chiude da lunedì. Domani il decreto sui nuovi parametri: sarà più facile passare in zona rossa o arancione. Pasticcio vaccini: 34 milioni di dosi finite fuori dall’Europa. E l’Ema rallenta le certificazioni”.

Il Giornale apre con “Via al piano Draghi, arrivano i vaccini. Iniezioni anche in azienda e dal dentista, mezzo milione di dosi Pfizer in più. Prime prenotazioni, lunedì si parte. Chiusure, governo diviso: domani la decisione”, Libero con “Vaccini a chi non li merita, passano avanti quelli che non ne hanno diritto. Avvocati bloccano la profilassi dei giudici in Sardegna, in 220 a Milano usano codici ospedalieri per avere iniezioni, mille imbucati in Toscana: troppa gente spinge, intanto gli anziani aspettano. La Ue ha esportato 34 milioni di dosi in 31 Paesi, senza riceverne una”. Tema analogo per il Fatto Quotidiano: “La furbata dei politici vaccinati come avvocati. Tre Regioni col trucco: pure Campania e Sicilia danno la precedenza ai legali, mentre anziani e ‘vulnerabili’ restano ancora in lista di attesa”.

Aperture differenti per gli altri quotidiani. Per il Sole 24 Ore c’è “Patto governo-sindacati per la nuova Pa. Accordo sul lavoro pubblico. Draghi: primo passo, settore centrale per il Recovery. Da domani si tratta sul contratto: pronti 6,7 miliardi e aumenti medi di 107 euro”, mentre il Manifesto titola “Di Letta e di governo. Enrico Letta si prende fino a domani per riflettere sulla richiesta di guidare i dem dopo le dimissioni di Zingaretti. Gli ex renziani frenano: ‘Congresso al più presto’. La maggioranza: ‘Il nuovo segretario resti fino al 2023’. Prodi: Il Pd? Un club di taxisti senza più taxi”.

Le interviste
“Bene il premier, ma basta mercato. Vogliamo un assunto per ogni pensionato”: questo il titolo della lunga intervista della Stampa al segretario generale della Cgil Maurizio Landini. L’esordio è per l’accordo sui pubblici dipendenti firmato ieri tra sindacati e governo: “È il segnale che la pubblica amministrazione può diventare motore di sviluppo, creatrice di buona occupazione (…) si valorizzano il contratto collettivo nazionale, scaduto dal 2019, e la contrattazione decentrata, che sarà incentivata. L'impegno del governo è mettere più risorse per la revisione degli inquadramenti professionali e stabilizzare l'elemento perequativo già previsto in busta paga. La formazione diventerà permanente e si regolerà il lavoro a distanza”.

L’età media dei lavoratori, ha ricordato Draghi, è di ben 51 anni. Per Landini occorre porvi rimedio “anzitutto assumendo i giovani. Il turnover è fermo da tempo e dovrà essere sbloccato. Poi tanta formazione per tutte le lavoratrici e i lavoratori. Infine sperimentando anche staffette generazionali: per ogni dipendente che va in pensione, uno va assunto (…) prevedendo naturalmente una fase di affiancamento tra chi entra e chi esce perché non vada perduta l'esperienza di chi lascia”. Una soluzione simile coinvolge ovviamente la previdenza: “C'è bisogno di rimettere mano alla riforma delle pensioni. Favorire il ricambio generazionale con percorsi di accompagnamento all'uscita è anche un modo, all'interno di una riforma, per attutire l'effetto della fine di quota cento”.

Numerosi sono gli argomenti affrontati nell’intervista. A iniziare dallo smart working: “Dobbiamo capire che in futuro non ci sarà chi lavora da remoto e chi va in ufficio. Le due modalità saranno necessarie a ogni persona che lavora. Per questo vanno regolate nei contratti nazionali (…) dovrà essere un lavoro meno gerarchico, più di squadra. In questo senso ogni dipendente dovrebbe avere maggiore autonomia”. Sulla questione Alitalia, Landini non vuole sentire parlare “di esuberi: sono persone, che vanno valorizzate. Bisogna scommettere sul rilancio del turismo dopo l'epidemia e capire quale ruolo può giocare in questo progetto la compagnia di bandiera. A questo scopo è necessario un vero piano industriale che utilizzi le consistenti risorse messe a disposizione”.

Altro tema caldo è quello dell'ex Ilva. “C'è un accordo che prevede anche l'ingresso dello Stato nella società, quell'accordo va applicato”, spiega il leader sindacale, sottolineando che “la produzione dell'acciaio è strategica per il Paese. E va realizzata utilizzando processi lavorativi che non inquinano. Penso che dovremo avere come prospettiva il superamento delle fonti fossili. Non possiamo permetterci di perdere l'industria dell'acciaio, anche utilizzando le risorse europee per renderla ecologicamente sostenibile”.

Nell’intervista, poi, il segretario Cgil viene sollecitato a commentare il rapporto della Cgil con gli ultimi due esecutivi. “Con il governo Conte – spiega – abbiamo fatto cose importanti: i protocolli sulla sicurezza in fabbrica, il blocco dei licenziamenti, l'avvio della riduzione delle tasse sulle buste paga. Ed è il governo precedente ad aver portato a casa 200 miliardi che arriveranno dall'Europa”. Riguardo Draghi, per Landini “ha certamente una grande autorevolezza e una competenza importante in un momento tanto delicato per la ricostruzione del Paese. Ma non basta una persona sola per risolvere i problemi dell'Italia. È necessario il lavoro di squadra in un confronto costante con le parti sociali”.

L’ultima questione riguarda il futuro del Pd e della sinistra in generale. “Ho stima di Letta ma sono discussioni che lascio ad altri. Mi interessa che i partiti, in particolare quelli che dicono di essere progressisti, tornino a rappresentare il lavoro”, argomenta Landini, evidenziando che “per molto tempo in Italia e in Europa i progressisti hanno accettato l'idea che fosse il mercato, da solo, a risolvere tutti i problemi. Questo ha prodotto il distacco di chi lavora dai partiti e dalla politica. Da questo è nata anche la cosiddetta antipolitica. Spero che si voglia voltare pagina. È venuto il momento di rimettere al centro il lavoro”.

Gli editoriali
“Un atto di responsabilità, ma con contenuti in gran parte da definire”. Così Marcello Clarich, docente di Diritto amministrativo all’università La Sapienza di Roma, sulle colonne del Sole 24 Ore, inquadra il “Patto per l'innovazione del lavoro pubblico” siglato ieri da governo e sindacati. “Nessun programma di investimenti – spiega il professore – inseriti nel Piano nazionale da presentare entro aprile alla Commissione europea per accedere agli oltre 200 miliardi di euro di finanziamenti potrà essere realizzato senza una capacità amministrativa adeguata”. Il patto enfatizza “il ruolo della pubblica amministrazione come ‘motore di sviluppo’, ma basterebbe che essa non funga da freno, come oggi lamentato da più parti”.

Un aspetto positivo dell’intesa è “che va evitata una iper-regolamentazione legislativa. Per esempio, il lavoro agile può essere normato in sede di contrattazione. Inoltre, se si volesse riprendere il cammino dei premi e degli incentivi al personale, basterebbe attuare la ‘legge Brunetta’ del 2009 sulla misurazione e valutazione delle performance”. Servirà invece certamente “una legge per accelerare i concorsi per l'assunzione di personale con le competenze necessarie per promuovere la transizione digitale ed ecologica”.

Quanto ai contenuti, il docente di Diritto amministrativo evidenzia che il Patto “ribadisce la necessità di favorire il ricambio generazionale (oggi l'età media è 50,7 anni), ma sottolinea anche l'esigenza di ‘reskilling’, con percorsi di crescita e di aggiornamento professionale e con l'impegno a considerare le attività formative come attività lavorative a ogni effetto”. Per Clarich, in conclusione, il Patto per l'innovazione “indica poco più una direzione di marcia. L'auspicio è che lo spirito che sembra animarlo non venga meno nelle fasi successive della negoziazione, certamente più complicate”.

La Cgil
“A un anno dalla pandemia”, questo il tema dell’apertura odierna di Collettiva. L’approfondimento inizia con un video del segretario generale della Cgil Maurizio Landini che racconta come il coronavirus abbia cambiato la nostra vita e da dove si deve ripartire, lanciando infine un appello all'Europa: “Vaccini gratuiti per tutti”. Seguono tre focus sui temi dei brevetti, sui medici specializzandi e sulla rivalutazione dei servizi pubblici. A conclusione, nove testimonianze di lavoratrici e lavoratori su come è stato vissuto quest’anno di pandemia e sulle prospettive per il futuro (riportiamo il primo video: l’operaia della Perugina Simona Marchesi).

“Un accordo importante perché indica la centralità del lavoro pubblico e del ruolo della pubblica amministrazione come motore per lo sviluppo del nostro Paese, e la necessità di investimenti sul lavoro che avviino un processo di migliore efficienza anche nel sistema della pubblica amministrazione”. Così il segretario generale della Cgil Maurizio Landini ha commentato la firma a Palazzo Chigi del “Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale”, siglato assieme al presidente del Consiglio Mario Draghi e al ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta. “Questo per noi – ha aggiunto – è il modo migliore per rimettere al centro il lavoro e dare risposte ai bisogni delle persone, e per uscire dall’emergenza investendo sul lavoro e allargando gli spazi di democrazia”. Corredano il servizio giornalistico, la pubblicazione del testo del Patto e una riflessione di Tania Scacchetti (segretaria confederale Cgil) e Federico Bozzanca (responsabile Settori pubblici Cgil nazionale).

Da segnalare sono anche la lettera del segretario generale Cgil Landini all'ex presidente del Brasile Luiz Inàcio Lula da Silva, in occasione dell’annullamento delle sentenze di condanna; il commento di Fp e Spi Cgil Bergamo all’ennesimo intoppo organizzativo della campagna vaccinale della Regione Lombardia; la morte a Catania di un rider e il commento del Nidil Cgil nazionale; lo stato di agitazione dei lavoratori del laboratorio dell'ospedale di Empoli; la proclamazione per oggi (giovedì 11) di uno sciopero all’ArcelorMittal di Taranto per la mancata integrazione salariale per 1.700 dipendenti in amministrazione straordinaria.

Da non perdere è il longform “Milano Agile”: un viaggio tra istituzioni, sindacato e lavoratori pubblici e privati che spiegano, ciascuno dal proprio punto di vista, come si svolge un giorno di ordinario smart working nel capoluogo lombardo. Nel longform trovano spazio i video con le interviste al segretario della Cgil milanese Massimo Bonini e al dirigente della Fp Cgil milanese Vito Romito, cui si aggiungono la testimonianza della lavoratrice bancaria Chiara Caliano di Sesto San Giovanni e il podcast dell’intervista all’assessora alle Politiche del lavoro del Comune di Milano Cristina Tajani.

L’agenda degli appuntamenti
Per il quadro completo di tutti gli appuntamenti Cgil, vedi l’agenda di Collettiva.