Il segretario generale della Cgil Maurizio Landini scrive all'ex presidente del Brasile Luiz Inàcio Lula da Silva. La lettera arriva all'indomani della decisione del Supremo tribunale federale di dichiarare nulle le sentenze che avevano costretto il leader del Partito dei lavoratori in carcere per 540 giorni proprio in concomitanza con le ultime elezioni presidenziali. In carcere e privato dei propri diritti politici, Lula, che fino a quel momento era il favorito nella corsa alla presidenza, aveva poi dovuto assistere alla vittoria di Jair Bolsonaro, esponente dell'estrema destra populista.

"Carissimo Presidente Lula, - scrive Maurizio Landini - è con grande piacere e soddisfazione che abbiamo ricevuto la notizia della decisione del giudice Edson Franchin del Supremo Tribunale Federale, di decretare la nullità delle sentenze emesse nei tuoi confronti dal Tribunale Federale di Curitiba. Questa decisione è l’ennesima conferma della manipolazione politica della giustizia da parte del giudice Sergio Moro che si è prestato ad una gravissima operazione di destabilizzazione politica e di attacco alla democrazia del Brasile, alterando così il risultato delle passate elezioni presidenziali, consentendo la vittoria del populismo e della vecchia oligarchia, nella figura di Jair Bolsonaro. Auspichiamo che questa ennesima prova di inquinamento della giustizia sia assunta in modo responsabile da parte del Tribunale del Distretto Federale e che prevalga, definitivamente, il rispetto della verità e dell’imparzialità del sistema giudiziario. Come pure sia archiviata la montagna di accuse, costruita ad opera d’arte, per distruggere la tua persona ed il tuo diritto di continuare a rappresentare le legittime aspirazioni di quella gran parte di popolazione brasiliana che lotta per una società più giusta, tra uguali e senza più discriminazioni e diseguaglianze. Non solo il Brasile ma tutti noi, abbiamo bisogno di Lula pronto ed in campo per affrontare, insieme, le tante sfide che abbiamo di fronte, a partire dall’emergenza sanitaria al diritto al vaccino per tutti, al rilancio dell’economia e del lavoro con pieni diritti per tutti. Sono certo che questa notizia rappresenta un nuovo inizio e che presto potremo ritrovarci e continuare a collaborare, ognuno con le proprie responsabilità e ruoli, ma uniti e più forti di prima".

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Il messaggio di Maurizio Landini rinnova un'amicizia tra la Cgil e il leader del Pt, presidente operaio perché arrivato alla politica dal mondo del lavoro: Lula era infatti stato alla guida dei metalmeccanici brasiliani e poi da lì aveva condotto le sue battaglie all'interno del partito fino alla presidenza del Brasile, caratterizzandola per l'impegno per i diritti dei lavoratori e per una lotta senza quartiere alla povertà.

Con le sentenze del tribunale supremo Lula torna a essere candidabile: alle prossime elezioni presidenziali del 2022 il suo nome e il suo programma potrebbero quindi ricomparire. E non si tratterebbe di una sorpresa visto che dopo la scarcerazione e, anche in occasione di una sua visita in Italia proprio nella sede della Cgil, aveva ribadito la volontà di non rassegnarsi e non cedere il passo alla destra attualmente al governo.

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