Sono più di 100 le personalità del mondo della cultura, dell’associazionismo e della società civile che hanno sottoscritto l’appello al voto nei referendum dell'8-9 giugno, “Le firme per la democrazia, il lavoro, la cittadinanza”. L’iniziativa è stata promossa dal Comitato referendario savonese, in primis dalla Cgil promotrice dei quattro quesiti sul lavoro “la mobilitazione della Cgil è stata collettiva ma rilevante è stato l'apporto dell’associazionismo a partire da Arci, Isrec e Anpi”, ricorda Andrea Pasa Segretario Generale Cgil Savona.

L’appello esalta il concetto di democrazia aperta in una visione di trasparenza e di reciprocità di responsabilità civile. “Raccogliere personalità così diverse in una unica iniziativa politica è motivo di grande soddisfazione nella quale ambiti culturali, sociali, politici si sono riconosciuti in un intento comune” sottolinea Pasa. Di seguito, a cura di Sergio Acquilino, Franco Astengo, Maria Gabriella Branca, Donatella Ramello, Sergio Tortarolo, il testo dell’appello.

"Attraverso questo testo invitiamo anche ad una obiettiva riflessione sul tema della democrazia: se si ritiene che la partecipazione al voto rappresenti un fondamentale indicatore dello stato di salute del sistema democratico nel nostro Paese allora la percentuale dei votanti, in una occasione come questa, non può essere mortificata da una volontà di annullamento della partecipazione politica.

Accanto all'espressione di consenso/dissenso sui singoli quesiti va quindi chiesto un voto politico: fatto importante in particolare in questo momento storico nel quale la disaffezione appare crescente e i diversi sistemi elettorali in uso nel nostro Paese e la trasformazione "liquida" dei soggetti politici non aiutano certamente a combatterla. Nello stesso tempo ci rivolgiamo ai grandi mezzi di comunicazione di massa considerando la necessità di espressione di una informazione puntuale ed equilibrata su questi delicatissimi temi.

L'ipotesi di astensione espressa dalle forze di governo non punta semplicemente a rendere difficile il "quorum" ma rappresenta anche un ulteriore passo verso un'idea di "semplificazione" del rapporto tra politica e società in senso autoritario e di trasformazione della democrazia costituzionale in una "democratura" simile ai modelli cui si ispira la destra italiana.

Si dimostra altresì l'incapacità dei partiti di maggioranza che si rifugiano nell'astensione per evitare il confronto sui grandi temi della convivenza civile, della sicurezza e della dignità del lavoro e a quello, sancito dalla Costituzione e richiamato con forza dal presidente della Repubblica, di una retribuzione adeguata a garantire il minimo soddisfacimento in una società moderna dei bisogni primari di lavoratori e famiglie.

Per questo insieme di considerazioni riteniamo necessario un intenso sforzo di mobilitazione perché questa occasione di maturità democratica rappresentata dal voto nei referendum dell'8-9 giugno sia colta appieno”.