Dal 2022 ad oggi, il mondo dell’istruzione ha subito attacchi continui da parte del ministero. Le nuove Indicazioni nazionali per il 2025 rispecchiano la pericolosa regressione della cultura democratica della scuola e del nostro Paese. Per queste ragioni, oltre venti realtà associative hanno aderito al Tavolo nazionale per la scuola democratica che ha lanciato un appello e avviato un lavoro che porterà a una mobilitazione nazionale il prossimo 18 ottobre.

Si tratta di un Tavolo di contrasto alle indicazioni nazionali del ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, “per la pericolosità di una proposta che mette in discussione non solo l'orizzonte della complessità, ma fornisce indicazioni troppo prescrittive, facendo fare un salto indietro alla scuola italiana rispetto alla didattica e pedagogia degli ultimi 50 anni almeno”, ci dice Monica Fontana, della Flc Cgil.

Il sindacato aderisce al Tavolo insieme con altre 21 sigle, tra le quali l'associazionismo professionale e disciplinarista, con Legambiente e le associazioni studentesche come la Rete degli studenti medi e l'Unione degli studenti che hanno “intuito che in discussione c’è la struttura e la storia della scuola democratica e della scuola della Costituzione”.

Il percorso delle associazioni

Già lo scorso aprile, presso l'Università Roma 3 di Roma, ha avuto luogo un’iniziativa, una giornata di confronto con tutto il mondo della scuola e che ha avuto più di mille partecipanti: “Da quella mobilitazione ci si è dati appuntamento per un tavolo permanente che portasse le istanze di difesa della scuola democratica – prosegue Fontana -.

Da lì è partita una critica tecnica del mondo della scuola e un percorso che ci ha portato alla presentazione alla Camera, il 17 aprile scorso, di un documento con il quale ci siamo presentati al mondo della scuola e dell’opinione pubblica mettendo in discussione la struttura delle indicazioni nazionali”.

Le attività del Tavolo si sono poi indifferenziate ed è anche stata inviata una lettera al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per “chiedere che venga data attenzione alla ‘scuola democratica e costituzionale’ denunciando anche i tentativi di violazione dell'autonomia scolastica. A questa hanno fatto seguito poi una lettera agli editori dei testi scolastici, per metterli in guardia dal rischio di revisioni superficiali e anche ideologiche, e una alle famiglie e al corpo docente per mettere a fuoco i rispettivi ruoli”.

Fontana spiega che, secondo il Tavolo, le linee guida di Valditara attribuiscono alle famiglie “un ruolo assolutamente preponderante e molto più invasivo rispetto alle precedenti indicazioni del 2012. Abbiamo quindi posto alla loro attenzione i passi indietro, ad esempio, sul tema del voto di condotta e quindi della punizione come strumento pedagogico, sulla valutazione che torna a essere classificatoria e selettiva e sul rischio di un orientamento scolastico precoce e strettamente legato alle logiche del mercato del lavoro. Tutto questo indica un’ispirazione basata al risparmio e non agli investimenti nel mondo della scuola”.

La lettera ai docenti ha un carattere più tecnico, ci dice la sindacalista, perché evidenza “gli aspetti in cui la libertà di insegnamento e l'autonomia scolastica sono gravate da incursioni molto molto significative. Le indicazioni nazionali forniscono infatti strumenti di tenuta dei curriculum scolastici che prescindono dai valori invece molto ampi di intercultura e di condivisione presenti in quelle precedenti”.

Le richieste del Tavolo

L’appuntamento del 18 ottobre viene definito molto importante perché il Tavolo chiederà a tutta la società civile di “pretendere che sulla scuola ci sia una scrittura condivisa delle indicazioni nazionali. Si chiederà di non trasformare la scuola attraverso una serie di riforme già in atto in servizio a domanda e di sostenere il percorso che la scuola italiana fino ad oggi. Se pur tra mille difficoltà, ha garantito i principi di uguaglianza, dell'emancipazione e del pensiero critico”. 

“Tutto questo – conclude – anche attraverso l’analisi delle condizioni territoriali e con lo slogan “Una voce mille reti” per dire ‘no’ alle indicazioni nazionali 2025 di Valditara che, seppure emendate, sono irricevibili”.