Storica vittoria in Abruzzo alla fine di una lunga battaglia portata avanti dall’associazione Insieme per Silvia, dall'associazione Carrozzine Determinate e dalla Cgil regionale. “Dopo un anno di attese e richieste –si legge in una nota congiunta – otteniamo un risultato importantissimo: il diritto all’istruzione e alla salute per tutti quei bambini con disabilità gravissima che non potevano andare a scuola per mancanza di assistenza infermieristica. Moltissime le denunce pubbliche, gli incontri e le riunioni. Ora, finalmente, c'è l'ufficialità, con un documento datato 25 giugno”.

La storia di Silvia

Tutto è partito con la vicenda di Silvia, l’alunna con malattia rara di Martinsicuro, provincia di Teramo, impossibilitata a frequentare la scuola per mancanza di un’adeguata assistenza sanitaria. Una situazione denunciata pubblicamente dall’associazione che porta il nome della bimba e oggetto del lancio di una petizione su change.org (che è ancora aperta e ha già ottenuto più di 16 mila firme). Nella lotta per il riconoscimento dei diritti di questi alunni si sono impegnate anche l’associazione Carrozzine Determinate e la Cgil di Teramo. E alla fine “è stata ottenuta l’estensione del servizio di assistenza infermieristica Adi (Assistenza Domiciliare Integrata) a scuola, garantendo così alla piccola Silvia di poter frequentare in totale sicurezza”, continua la nota firmata da Sonia Costantini e Soemi Vagnoni, rispettivamente presidente e segretario di Insieme per Silvia, dal segretario generale della Cgil Abruzzo Molise, Carmine Ranieri. e dal responsabile politiche sociali Cgil Abruzzo Molise e presidente dell'associazione Carrozzine Determinate, Claudio Ferrante.

Il caso di Silvia è presto diventato una causa collettiva

Il caso di Silvia si è ben presto trasformato in una causa collettiva. Dopo il clamore generato dalla sua vicenda – spiegano i protagonisti della battaglia – sono state tante le segnalazioni fatte da genitori di bambini con disabilità, impossibilitati a frequentare la scuola a causa di questo vuoto normativo nazionale. Mercoledì 25 giugno l'incontro decisivo. “Abbiamo chiesto una risposta chiara e concreta circa l’estensione del servizio Adi e siamo riusciti a ottenere non solo la presenza dell’infermiere a scuola, fondamentale per gli alunni con disabilità o malattia rara che necessitano di attività sanitarie svolte da infermieri, ma anche una straordinaria risposta a livello sociale”.

“Quando parliamo di straordinaria risposta a livello sociale – scrivono le associazioni e il sindacato – non possiamo non parlare di Luca, 48 anni, affetto da tetraparesi dalla nascita, costretto a rinunciare alle uscite poiché l'operatore socio-sanitario dell’Adi non poteva assisterlo fuori dalla sua abitazione. Luca, che abita fronte mare, chiedeva solo di poter trascorrere qualche ora all’aria aperta in compagnia del suo amato mare e ora potrà farlo”.

“Grazie alle precisazioni fatte in sede d’incontro in merito all’importanza e imprescindibilità di garantire il diritto allo studio, alla salute, la continuità assistenziale nonché fornire un supporto pratico alle necessità della persona e della famiglia, la gara d'appalto per i servizi di cure domiciliari prevederà anche questo tipo di assistenza in casi eccezionali”, si legge nella nota.

La battaglia non si ferma

L'associazione Insieme Per Silvia si è già messa in contatto con il Ministero della Salute, chiedendo un incontro con il ministro Schillaci, affinché l’assistenza per cui ci si è battuti a livello regionale venga “inserita nei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea) di competenza dello Stato, al fine di consentire una regolare programmazione delle risorse umane e finanziarie”.