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La pressione fiscale in Italia continua a crescere. E non solo: aumenta anche l’inflazione e il costo del carrello della spesa. È quanto emerso dai dati diffusi dall’Istat, nel Conto trimestre delle amministrazioni pubbliche.
I numeri sono allarmanti, soprattutto per le tasche di lavoratori e pensionati: il pesco del fisco sale di mezzo punto e si attesta al 37,3% nel primo trimestre. L’aumento è pari allo 0,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. I prezzi risultano in crescita dell’1,7% rispetto alla rilevazione di maggio.
L’aumento dei beni alimentari
Nel dettaglio, l’andamento dell'inflazione rispecchia l’accelerazione sia dei prezzi dei beni (da +0,8% a +1,0%; -0,1% su maggio), sia quella dei servizi (+2,6% a +2,7%; +0,6% su maggio). La dinamica tendenziale dei beni, spiega l’Istituto, è dovuta principalmente all'andamento dei prezzi dei beni alimentari (da +3,0% a +3,5%; +0,2% su maggio).
Qui il segno più si estende a livello complessivo: accelerano sia i prezzi degli alimentari lavorati (da +2,7% a +3,0%; +0,6% su maggio) sia quelli dei non lavorati (da +3,5% a +4,2%; -0,4% su maggio).
Aumenta il ritmo di crescita dei prezzi di frutta fresca o refrigerata (da +4,2% a +7,1%; -0,9% su maggio) e delle carni (da +4,1% a +4,5%; +0,5% su maggio).
L’energia e i trasporti
Al contrario, un lieve rallentamento si registra nei prezzi dei vegetali freschi o refrigerati diversi dalle patate (da +2,1% a +1,2%; -2,5% su maggio). Nel settore energetico si amplia la flessione dei prezzi su base tendenziale (da -2,0% a -2,5%; -1,2% su maggio), principalmente a causa della decelerazione dei prezzi dei beni energetici regolamentati, che passano da +29,3%% a +22,7%, con un -2,9% sul mese maggio.
Prosegue invece la crescita dei servizi relativi ai trasporti: da +2,6% a +2,9%; +1,1% su maggio. A trainare lo scenario è il trasporto marittimo e per vie d'acqua interne (da +8,8% a +17,9%), seguito servizi relativi ai mezzi di trasporto privati (da +1,3% a +1,8%, +0,8% su maggio).
Il peso del fisco
Sfogliando le cifre, l’aumento del carico fiscale è il dato più evidente, che arriva dopo un periodo di relativa stasi. L’incremento, sottolinea l’Istat, è legato principalmente al maggiore gettito da imposte dirette, in particolare Irpef e Ires: questo è in parte dovuto ai nuovi meccanismo di anticipo, in parte all’effetto dell’inflazione sulla base imponibile e sulla revisione delle aliquote. Ne risentono le famiglie: proprio i nuclei domestici sono i più colpiti nei loro bilanci famigliari, in una fase economica in cui la crescita è già molto ristretta.
Le famiglie costrette a risparmiare
Sempre nella stima dell’Istituto, è salito anche il tasso di risparmio delle famiglie, passato al 9,3%, con un incremento di 0,6 punti percentuali.insomma, i nuclei mostrano un atteggiamento più prudente proprio a causa dell’attuale incertezza, a cui si abbina l’aumento del carico fiscale che alleggerisce le tasche.
Pubbliche amministrazioni sempre più in debito
Va notato poi che aumenta anche il debito delle pubbliche amministrazioni. Come afferma l’Istat, nel primo trimestre 2025 cresce l'indebitamento netto delle Pa in rapporto al Pil, stimato all'8,5%. La finanza pubblica rileva quindi un debito maggiore rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, ossia una crescita notevole delle uscite rispetto alle entrate.
In definitiva, la situazione fiscale nel nostro Paese, nell’era del Governo Meloni, con la pressione fiscale al 37,3% per usare un eufemismo diventa quantomeno preoccupante.