Lo scontro nei 5 Stelle tra l’ex premier Conte e il fondatore Grillo, il blocco dei licenziamenti prorogato per il settore tessile: questi i temi che dominano le prime pagine dei maggiori quotidiani nazionali di oggi (martedì 29 giugno)

“Conte: non sarò leader a metà. Lo scontro nei 5 stelle, l’avvocato dice no a una diarchia: serviva un trauma, gli iscritti votino la mia proposta. Colloquio con l’ex premier che sfida Grillo: non farò un partito personale. Ira del garante” titola il Corriere della Sera, mentre Repubblica apre con “Conte: io, il leader dei 5 stelle. L’ex premier sfida Grillo: non sarò un prestanome del padre-padrone, la base voti sul mio statuto. Ira del fondatore: un’esibizione muscolare. Di Maio e i vertici del Movimento lavorando all’intesa. Tessili, bloccati i licenziamenti. Addio cashback”. 

Sulla Stampa si legge “Salvini: noi garanti del governo Draghi. Intervista al leader della Lega che boccia il partito unico della destra e dice: sono atlantista e moderato. Licenziamenti: prorogato il blocco per il tessile. Colloquio con Orlando: Accordi azienda-lavoratori”. Il Messaggero apre sul lavoro: “Licenziamenti, cade il blocco. Passa la linea di Palazzo Chigi: proroga dello stop e ammortizzatori solo per i settori in crisi. Oggi l’incontro con i sindacati. Il cashback di Stato non sarà prolungato e finirà domani”. 

Il Giornale lancia “Guerra civile nel M5S, Grillo umiliato. L’ultimatum di Conte al comico: ‘Non faccio il prestanome, no alla diarchia. Decida se essere padre padrone’. La furia del comico (che ora minaccia)”. Stesso tema per Libero: “Terremoto 5 Stelle, Conte pensiona Grillo. ‘Non sono un prestanome, comando io o me ne vado’. Il Movimento è nel caos. Adesso è ufficiale: Fratelli d’Italia primo partito”. 

“Duello al sole” titola il Manifesto: “Non sarò il prestanome di un leader ombra. Conte lancia l’ultimatum e sfida Grillo chiedendo che il suo progetto per il nuovo M5S venga sottoposto al voto digitale degli iscritti. Parlamentari spiazzati. Attesa per oggi la risposta del garante”. Il Fatto Quotidiano apre con “Conte sfida Grillo: votino gli iscritti. No a un restyling. L’ex premier: rispetto Beppe, ma sia un padre generoso, non padrone con la sua creatura”. Infine, il Sole 24 Ore: “Licenziamenti, arriva il blocco selettivo. Proroga a ottobre solo per tessile e moda. Al settore 17 settimane di Cig gratuita. Cassa straordinaria se gli strumenti sono esauriti. Le misure del Dl atteso domani in Cdm. Draghi oggi vede i sindacati”.

Le interviste
“Ammortizzatori gratis per le imprese, ora accordi aziende-lavoratori”: questo il titolo della conversazione con il ministro del Lavoro Andrea Orlando pubblicata oggi sulla Stampa. “La discussione è andata nella direzione giusta: aumentare gli strumenti di protezione e rendere meno traumatico il superamento del blocco dei licenziamenti, offrendo strumenti alle imprese e ai lavoratori per gestire le crisi”, spiega l’esponente del governo: “È importante anche che le misure saranno sottoposte al confronto con le parti sociali”. Il titolare del dicastero annuncia anche che “stiamo lavorando per proteggere i tavoli di crisi Mise, potenziati dagli strumenti che esistevano già del decreto Sostegni 2”.  

Orlando evidenzia che “è passata l'idea della selettività, con un'attenzione alle situazioni che erano più in difficoltà, tutto il comparto moda per esempio. Per i tavoli di crisi c'è uno strumento ad hoc finalizzato a permettere la cassa integrazione gratuita per prolungare il blocco. Mentre per i settori protetti ci sarà la cassa Covid, vengono portati nella fattispecie dei servizi della piccola impresa e allineati a ottobre”. Per il ministro è impossibile fare previsioni su quanto accadrà dal 1° luglio: “Ci sono le condizioni perché si realizzino anche accordi tra le parti sociali per far sì che le imprese si impegnino a utilizzare gli ammortizzatori che sono a costo zero, prima di procedere eventualmente ai licenziamenti”. 

Il titolare del Lavoro affronta anche la questione delle Acciaierie d’Italia (ex Ilva), che hanno negato la proposta del ministro di soprassedere sulla cassa integrazione. “Non mi pare si possa far leva sulla sensibilità per il galateo istituzionale da parte dell'azienda. Ci sono già stati molti casi nei quali non c'è stata alcuna disponibilità, mi pare ci sia una linea di totale indifferenza al tema del rapporto positivo con il sindacato, con le istituzioni e con il territorio”, spiega Orlando: “A questo punto la questione è arrivare rapidamente al nuovo assetto societario che si determinerà dopo il voto del bilancio”. Per l'8 luglio è stato convocato un incontro al ministero dello Sviluppo economico: “Incominceremo sicuramente a entrare nel merito, credo anche avendo una governance in parte modificata. L'aggiornamento del piano industriale è un'attività che sta svolgendo il Mise, con un'interlocuzione con chi andrà a dirigere l'azienda”. 

“Combattere il disallineamento tra domanda e offerta di lavoro e garantire a chi perde il posto competenze che valgano un'assunzione”. Questo l’obiettivo attuale di Fondimpresa, secondo l’opinione del presidente Aurelio Regina, intervistato oggi sul Corriere della Sera. “L'anno scorso abbiamo messo a bando 5 milioni di euro in via sperimentale per corsi promossi da imprese interessate ad assumere disoccupati, purché avessero una serie di competenze ben precise”, spiega il Cavaliere del lavoro: “Abbiamo poi messo un vincolo: i rimborsi sarebbero andati alle imprese soltanto se almeno il 70% dei corsisti fosse stato assunto a tempo indeterminato. Ha funzionato. A consuntivo abbiamo creato 300 posti di lavoro a tempo indeterminato con una spesa per lavoratore di 6.800 euro”. 

I fondi interprofessionali si finanziano con lo 0,30% dei contributi contro la disoccupazione involontaria versati dalle imprese. “Il governo Monti introdusse un prelievo forzoso nel 2012”, ricorda regina: “Fondimpresa, che da sola vale il 50% del settore, raccoglie circa 400 milioni l'anno, ma di questi una sessantina vengono trattenuti dallo Stato. Ecco, noi chiediamo che questi fondi ci vengano lasciati. Vorremmo utilizzarli per reinserire disoccupati nel mondo del lavoro attraverso una formazione utile alle imprese”. Il presidente pensa che, avendo più fondi a disposizione, Fondimpresa possa “trovare un posto e a tempo indeterminato a circa 10 mila persone. Il doppio se si considera tutto il settore”. 

Gli editoriali
“Come misurare il gender gap in azienda”: questo il titolo della riflessione della presidente Valore D e chair G20 Empower Paola Mascaro, riportata oggi su Milano Finanza. “Secondo i dati rilasciati da Standard e Poor, se il tasso di occupazione femminile fosse pari a quello maschile l'economia statunitense crescerebbe dell'8,7%, quella francese del 17%, quella giapponese del 14%”, spiega Mascaro: “Per quanto riguarda il nostro Paese, invece, se raggiungesse la media europea di occupazione femminile (62,3%) vedrebbe aumentare il pil di circa 88 miliardi l'anno”. Un dato che fa riflettere, aggiunge la presidente, è “che per colmare questo divario di genere nella partecipazione economica e nelle opportunità lavorative, secondo i dati del gender gap Report 2021, ci vorrebbero altri 268 anni. Ecco, questa è la fotografia del mondo in cui viviamo”.  

Il G20 Empower Alliance riunisce i leader del settore privato e le controparti governative “per sostenere e attuare congiuntamente l'avanzamento delle donne in posizioni di leadership nel settore privato, per implementare il cambiamento garantendo alle donne un accesso ai finanziamenti necessari, al capitale, allo sviluppo delle competenze e alla formazione”. E considera “la misurazione alla base di ogni discussione sulla promozione della leadership femminile”. Secondo il G20 Empower Alliance, la misurazione “deve andare oltre il solito indicatore delle donne nei consigli di amministrazione e comprendere le posizioni esecutive, la quota di promozioni e l'inclusione nella forza lavoro (come criterio per una funzionale pipeline di talenti femminili), l'avanzamento delle donne in ruoli tecnici, nonché il divario retributivo di genere, il cosiddetto pay gap”. 

Per Mascaro “sarebbe utile che i governi sostenessero la logica della misurazione aziendale, incentivando le imprese che vi aderiscono (e progrediscono)”. In conclusione, la chair di G20 Empower annuncia che “il nostro gruppo di lavoro consegnerà le sue raccomandazioni finali ai capi di Stato del G20 nei prossimi mesi, ma la sua comunità di leader aziendali in 28 Paesi si sta già attivando per progredire nella misurazione, senza la quale le disuguaglianze di genere nella rappresentazione economica delle donne e nelle posizioni di leadership non possono essere tracciate o affrontate”.

Nel primo quadrimestre del 2021 si registra una vigorosa ripresa dell'export italiano (+19,8%). Parte da questo dato l’analisi dell’economista Marco Fortis sul Sole 24 Ore, affermando che “non è solo il frutto di un semplice rimbalzo rispetto al primo quadrimestre dello scorso anno, gravemente pregiudicato dalla pandemia e dal lockdown, ma il risultato di un processo di costante crescita delle nostre vendite all'estero e di rafforzamento della competitività delle imprese italiane che dura da oltre un quinquennio”. Nei primi quattro mesi di quest'anno “l'export del made in Italy è aumentato di più di quello della Germania (+11,4%) e della Francia (+10,8%). Ma, soprattutto, è cresciuto molto più di quello dei nostri maggiori concorrenti dell'area dell'euro in una prospettiva di lungo periodo”. 

Le ragioni di questo cambio di passo strutturale delle nostre esportazioni sono da ricercare in due fattori principali. “Il primo è costituito dalle riforme e dai provvedimenti di politica economica avviati tra il 2015 e il 2016, in particolare il superammortamento e poi il Piano Industria 4.0”, spiega il docente di Economia industriale, mentre il secondo fattore va ricercato “nella capacità dei giovani imprenditori insediatisi al comando di molte aziende negli ultimi anni, a seguito dei passaggi generazionali, di interpretare con visione e coraggio la spinta di Industria 4.0, innovando profondamente l'organizzazione, i processi e i prodotti delle imprese”. Quanto avvenuto sfata molti luoghi comuni che “davano l'Italia e la sua manifattura quasi per spacciata nello scenario della competizione globale, con imprese ritenute troppo piccole, poco capaci di innovare, con una crescita e una produttività strutturalmente stagnanti, con troppe aziende famigliari esposte al rischio fatale del passaggio generazionale”. 

I dati, invece, ci dicono tutt’altro: “Il valore aggiunto della manifattura italiana è cresciuto perfino di più di quello tedesco nel quinquennio pre-pandemia; la produttività del lavoro della manifattura italiana è addirittura quella aumentata di più dal 2015 in poi tra i Paesi del G7 e anche rispetto alla Spagna; mentre per l'export parlano chiaramente i dati di cui sopra, che vedono il made in Italy nettamente primo per crescita”. La ricetta del successo “del nuovo made in Italy, dunque, è Industria 4.0 e giovani imprenditori”. La speranza, conclude l’economista, è che “l'intraprendenza mostrata da tante nuove leve dell'imprenditoria italiana con Industria 4.0 possa ora ripetersi con la transizione ecologica e digitale nell'ambito del Pnrr”. 

La Cgil
L’apertura di Collettiva è dedicata al tema della disabilità: il pacchetto informativo comprende la denuncia dei quasi due milioni di arretrati all’Inps per l’accertamento dell’invalidità civile, la riflessione della responsabile Disabilità della Cgil nazionale Nina Daita e la testimonianza di tre cittadini fragili di cui l’Inps avrebbe dovuto prendersi cura e che invece ha abbandonato.  

Da non perdere sono anche la manifestazione dei lavoratori migranti della Piana di Gioia Tauro, organizzata dalla Flai Cgil (con fotogallery e intervista a Jean René Bilongo, responsabile dell’Osservatorio Placido Rizzotto), lo sciopero dell’igiene ambientale indetto per il 30 giugno, l’avvio della campagna per il riconoscimento dello Stato di Palestina, la riflessione (di Barbara Apuzzo) sul 5G e il Pnrr, le novità sulle vertenze Italtel e Stellantis

L’agenda degli appuntamenti
Per il quadro completo di tutti gli appuntamenti Cgil, vedi l’agenda di Collettiva.