In Italia, oramai, stiamo superando il periodo di emergenza, tutto sta tornando alla normalità, o quasi. Riaprono cinema e teatri, si discute sulle discoteche, ma l’Inps non riapre. Stante il dato ufficiali del 2020, ci sono più di 1,7 milioni pratiche bloccate e non sembra che nell’anno corrente le cose siano cambiate. Purtroppo la gente continua ad ammalarsi, e non solo gli anziani, ma anche bambini, donne, adulti in età lavorativa. Già nel 2019 la situazione era alquanto critica (1,3 milioni di pratiche in attesa) e, purtroppo, il Covid non ha fatto altro che peggiorare drasticamente la situazione. Anche il Civ (Comitato di indirizzo e vigilanza) dell’Inps ha più volte ribadito l’urgenza di un intervento tempestivo.

La maggior parte delle pratiche riguardano la prima visita per l’accertamento dell’invalidità. Non verrei essere ripetitiva, ma l’accertamento dell’invalidità, e la percentuale di invalidità da essa derivante, garantisce una serie di prestazioni, provvidenze economiche, servizi, aiuti alla persona, assolutamente necessari, a volte, anche per la sopravvivenza. Sicuramente i mesi scorsi scorsi sono stati durissimi per tutti, ma non è concepibile lasciare indietro chi ha bisogno. Siamo arrivati a dei numeri imbarazzanti. Dietro questi numeri ci sono persone fragili, bisognose. Abbandonare le persone con disabilità, in una condizione di attesa e bisogno è disumano. Si tratta di anziani, minori, adulti con particolari patologie, che hanno bisogno del riconoscimento dell’invalidità civile per tutto quello che ne consegue: permessi e congedi lavorativi, smart working, sostegno economico, agevolazioni, ausilii e servizi alla persona, e altro.

Capiamo che ad oggi la priorità è data solamente alle malattie oncologiche, ma con le vaccinazioni e le condizioni necessarie per la sicurezza, oggi sarebbe possibile riattivare tutte le commissioni mediche Inps. Limitarsi solamente alle patologie più urgenti rischia di farci tornare negli anni Novanta, quando milioni erano le pratiche disattese. Il nostro vuole essere un invito alla celerità, abbiamo, solo noi come Cgil, migliaia di segnalazioni a cui non possiamo rispondere.

A questo punto chiediamo che, con urgenza, l’Inps riattivi tutte le commissioni mediche, venendo incontro alle situazioni dei cittadini particolarmente fragili.  In fondo, questi ritardi sono veri e propri diritti negati. Le emergenze sociali in un Paese solidale, civile e democratico dovrebbero far si che le migliori forze si unissero per evitare drammi, sofferenze ai più deboli. Questa è declinazione del diritto ed esercizio della solidarietà, senza pietismi o pseudo aiuti compassionevoli.

Nina Daita è la responsabile Disabilità della Cgil nazionale