Il 2026 sarà l’anno della non autosufficienza: non è più possibile rimandare una delle questioni fondamentali del nostro tempo, in Italia oggi, che riguarda tutti, cittadine e cittadine, lavoratori e pensionati. Per questo lo Spi Cgil lancia la grande campagna “Avremo cura di te”: il sindacato dei pensionati annuncia una vasta iniziativa di informazione e sensibilizzazione sul tema per i prossimi dodici mesi.

Non tema sanitario, ma questione di dignità

La premessa è questa: la non autosufficienza è tra le grandi questioni sociali del presente. “L’invecchiamento della popolazione – spiega il sindacato – , l’aumento delle fragilità e delle malattie croniche, l’impatto dell’inverno demografico impongono al Paese un cambiamento: servono nuovi modelli di cura, servizi territoriali più forti e un sostegno reale alle persone e alle famiglie”. Ma attenzione: non è solo un tema sanitario, è un tema di dignità, diritti e giustizia sociale.

Finanziare la riforma della non autosufficienza

Negli ultimi anni lo Spi Cgil ha operato affinché la non autosufficienza e il benessere delle persone anziane venissero posti al centro dell’agenda pubblica, ottenendo nel 2022 una legge nazionale dedicata. Tuttavia il traguardo è tutt’altro che raggiunto: la legge deve essere finanziata e resa realmente operativa, così come va rafforzata e organizzata l’intera rete dei servizi territoriali. Finora, come ha sottolineato il segretario nazionale Stefano Cecconi proprio su Collettiva, è stata “una riforma tradita”.

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Portare alla luce il peso che grava sulle famiglie

Lo Spi quindi riprende: “È un impegno che richiede pressione sulle istituzioni, ma anche la capacità di costruire alleanze con associazioni, enti locali, organizzazioni sociali e mondo del volontariato”. Per questo il sindacato organizza una campagna di informazione e sensibilizzazione, rivolta alle persone non autosufficienti, ai loro familiari, ai caregiver e all’opinione pubblica.

Il progetto nasce per aumentare la consapevolezza sui diritti, denunciare le disuguaglianze, raccontare storie spesso invisibili e portare alla luce il peso – umano, sociale ed economico – che oggi grava sulle famiglie, in particolare sulle donne.

Dati, esperienze, testimonianze

Tante le tappe della mobilitazione. Si comincia con un’indagine nazionale all’inizio del 2026 che raccoglierà dati, esperienze e testimonianze dirette Seguirà un lavoro di elaborazione e restituzione pubblica.

“L’obiettivo – spiega la sigla – è rompere il silenzio che circonda la non autosufficienza, denunciare le speculazioni, valorizzare le buone pratiche e promuovere una nuova cultura della cura come responsabilità collettiva e dello Stato”.

La campagna sul territorio

Una campagna che si svilupperà in una serie di azioni concrete sul territorio. Nel particolare lo Spi mette in campo la ⁠contrattazione sociale con gli enti locali e le strutture sanitarie, punti d’ascolto nelle leghe e monitoraggio delle strutture, ⁠percorsi itineranti di sensibilizzazione, costituzione di parte civile nei casi di maltrattamenti.

Lo scopo è raggiungere un intreccio virtuoso fra comunicazione, mobilitazione e iniziativa politica.

La non autosufficienza diventi una priorità

Così conclude il sindacato, presentando la campagna: “Rappresentiamo due milioni e mezzo di pensionate e pensionati: una comunità che incarna quotidianamente bisogni, fragilità, responsabilità di cura e cittadinanza attiva. La nostra voce – dunque – è essenziale affinché la non autosufficienza non resti confinata nel cono d’ombra dell’emergenza, ma diventi una priorità riconosciuta”.