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Piloti e assistenti di volo, tecnici di manutenzione e personale di terra, handlers e addetti al catering: si fermano tutti. Si tiene oggi (lunedì 25 marzo) lo sciopero generale di quattro ore dei lavoratori del trasporto aereo, indetto da Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Ta, per denunciare “la situazione occupazionale del settore, strategico per il Paese, che è ormai estremamente grave”. Previsto anche un presidio nazionale a Roma presso il ministero dei Trasporti: l’appuntamento è alle ore 10 in piazzale di Porta Pia 2.
“Alla base dello sciopero - spiegano le quattro organizzazioni sindacali - c’è la situazione della legislazione che regola il settore, che ha incentivato una competizione spinta tra le compagnie che si è scaricata, attraverso la possibilità di pratica di forme estreme di dumping contrattuale, sui lavoratori”. A questo si aggiunge la situazione di Alitalia, arrivata “alla fase conclusiva dell’amministrazione straordinaria, il cui esito non è affatto scontato e i cui lavoratori e lavoratrici sono ancora in cassa integrazione straordinaria, senza aver avuto riscontro su alcune criticità legate al costo del lavoro”.
"La situazione dell'Alitalia è molto preoccupante, temo che la scadenza di fine mese per la presentazione del nuovo piano industriale finirà per slittare", spiega Fabrizio Cuscito, segretario nazionale della Filt Cgil: "Continuiamo a chiedere risposte al governo senza avere alcun chiarimento sul futuro dell'Alitalia". C'è poi il capitolo low cost: "Abbiamo chiesto una legislazione di sostegno che obblighi tutti i vettori, soprattutto low cost, ad applicare i minimi contrattuali previsti dal contratto nazionale. Ma non abbiamo avuto risposte e continua il dumping' salariale". Altro capitolo dolente è il Fondo di solidarietà per il trasporto aereo. "Il governo - conclude Cuscito - ha già dimezzato le risorse reperite dalle addizionali comunali e dal prossimo anno questa fonte è destinata a scomparire perché i tre euro a biglietto rimarranno nelle casse dei Comuni".
Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti hanno attivato questa vertenza “per fermare la disgregazione del settore” e intendono agire con tutte le iniziative idonee “in difesa del diritto a un’occupazione stabile, e a un lavoro dignitoso ed equamente retribuito”. Obiettivo dei sindacati è “favorire una crescita e una competizione delle imprese che non si basi più sull’abbassamento delle tariffe, ma sulla qualità dei servizi offerti e sulla valorizzazione della professionalità indiscussa del personale, evitando che la competizione agisca esclusivamente sull’erosione delle tutele e sull’abbattimento del costo del lavoro”.
Le organizzazioni sindacali chiedono poi “il varo di una concreta legislazione di sostegno, che contrasti il dumping contrattuale presente nel settore, prevedendo il contratto nazionale come riferimento minimo retributivo e normativo per poter operare negli aeroporti italiani, tanto per le imprese di terra quanto per le compagnie con base in Italia”. Per Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti serve “un quadro regolatorio chiaro a salvaguardia della concorrenza leale, dell'occupazione e dei salari, affinché non siano sempre il lavoro e il costo del lavoro a pagare le crisi". I sindacati, infine, denunciano la “mancanza di certezze e di risorse adeguate al Fondo di solidarietà del settore, che ha permesso di armonizzare le crisi precedenti”.
(aggiornamento ore 11.48)