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È indecente che si preveda un rinnovo contrattuale di oltre 11 punti percentuali sotto l’inflazione. È indecente che si preveda un aumento al di sotto di diversi contratti privati. È indecente che questo accada ai dirigenti medici e veterinari del Servizio sanitario nazionale. È indecente che il governo assista alla fuga del personale sanitario dal Ssn senza far nulla, anzi sotto sotto la favorisce perché funzionale alla privatizzazione della sanità, lasciando al pubblico un servizio residuale per chi proprio non può permettersi altro. È questo ciò che sta accadendo nel Paese del servizio pubblico universale.
La denuncia
“In rappresentanza di più di 130 mila professionisti e professioniste dirigenti medici, veterinari, psicologi, farmacisti, biologi, chimici, fisici e dirigenti delle professioni sanitarie intendiamo manifestare il nostro sconcerto per lo stallo che ormai da 2 anni sta paralizzando il rinnovo del contratto collettivo nazionale. Quello di cui si parla è il Ccnl del triennio 2022-2024, ormai abbondantemente scaduto e le cui conseguenze per il mancato rinnovo ricadono sulle spalle dei professionisti e delle professioniste che, ciò nonostante, continuano a garantire un’eccellente qualità delle cure”. A firmare la nota indirizzata al ministro dell’Economia, a quello della Salute, a quella della Funzione pubblica e alle Regioni è l’intersindacale, Aaroi-Emac, Fassid (Aipac, Aupi, Simet, Sinafo, Snr) , Fp Cgil Medici e dirigenti Ssn, Fvm-Federazione veterinari, medici e dirigenti sanitari, Uil Fpl Medici e veterinari e sanitari.
Lo stallo
Tutto fermo, e mentre i dirigenti del servizio pubblico continuano a svolgere il proprio lavoro essendo sempre meno, e quindi stressati da turni massacranti e da condizione di lavoro spesso non dignitose, quel che questo governo propone è irricevibile. Si legge ancora nella nota: “L’onestà intellettuale e l’etica sindacale con la quale cerchiamo di rappresentare le lavoratrici e i lavoratori dell’area, ci costringe a chiarire le condizioni che hanno determinato questo blocco che oggi è oggetto di strumentalizzazioni e disinformazioni”.
Le organizzazioni sindacali chiariscono: “Da una parte le ripetute dichiarazioni del ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo che vorrebbe – opportunamente – accelerare la chiusura dei contratti e addirittura avviare la contrattazione per il triennio 2025-2027, dall’altra l’attesa dell’uscita dell’atto di indirizzo per il contratto per il triennio 2022-2024 che, pur se annunciata per i prossimi giorni, arriva comunque con un ingiustificato ritardo.”
E poi la beffa
Sembra quasi che dalle parti del governo facciano il gioco delle tre carte: da un lato nella legge di bilancio scorso sono state appostate risorse per l’indennità di specificità, dall’altra nell’atto di indirizzo per il rinnovo queste risorse spariscono. È indignato e arrabbiato Andrea Filippi, segretario nazionale Fp Cgil Medici, veterinari e dirigenti Ssn, che afferma: “Oltre la beffa lo smacco: dopo aver atteso per 2 anni un atto di indirizzo uscito molto tardivamente in questi giorni per la nota mancanza di finanziamento delle risorse di ben 11 punti percentuali al di sotto dell'inflazione registrata nel triennio, ci troviamo nell'assurdo che non vengono inserite le risorse che abbiamo conquistano, quelle degli aumenti dell'indennità di specificità che avrebbero dovuto entrare a regime dal 2026, aumenti finanziati per nostra pressione nella legge di bilancio scorsa e che per legge devono essere contrattate a livello nazionale, per i medici, veterinari e sanitari queste risorse rimangono congelate per l'incapacità del governo di risolvere, quello che lo stesso ministro ha definito ‘mero errore materiale o dimenticanza’ di non averle finanziate anche per i dirigenti sanitari”.
Lo smacco
Ma come è possibile continuare a giocare con la pelle di quanti e quante garantiscono cure e salute di cittadini e cittadine? I salari di questi professionisti sono tra i più bassi di Europa. Filippi è netto: “Un vero e proprio smacco da 327 milioni di indennità di specificità, che avrebbero potuto dare respiro da subito alla busta paga dei professionisti a fronte di un contratto sottofinanziato e che invece rimango congelati fino al prossimo contratto o comunque a data da destinarsi. Indecente”.
Così non si tratta
Come si può avviare una trattativa in queste condizioni? Tanto più che l’indisponibilità al confronto è certificata dal rinnovo dei contratti negli altri settori pubblici. Per tutti non un euro in più rispetto al 5,78% di aumento. In italiano si chiama “prendere o lasciare”, non trattativa. Siamo a fine settembre, il ministero dell’Economia sta approntando la prossima legge di bilancio ed è per questo che l’Intersindacale afferma che la legge di bilancio: “È un’occasione che non possiamo perdere, necessaria a valorizzare realmente tutti i professionisti sanitari, che, in condizioni strutturali, organizzative ed economiche avverse, garantiscono la cura e la salute delle persone. Non è più accettabile il procrastinarsi di questo ingiustificato stallo contrattuale”.
"Chiediamo a governo e Regioni l’impegno a creare le condizioni economiche anche extracontrattuali utili a superarlo, nell’attesa dell’emanazione dell’atto d’indirizzo che dovrà contenere elementi migliorativi sia al livello economico che normativo, in continuità con quanto realizzato con il contratto 2019-2021, a tutt’oggi ancora non completamente applicato in molte aziende nelle diverse Regioni” conclude l’Intersindacale.
Un monito che è più di un auspicio
Il prossimo 25 ottobre a Roma ci sarà una grande manifestazione indetta dalla Cgil per sostenere le proposte della Confederazione per la legge di bilancio, da oggi ad allora non si potrà stare fermi. Proprio per questo Filippi lancia un monito: “Ora speriamo che tutti i sindacati siano pronti alla mobilitazione come ogni anno in difesa del Ssn, ma questa volta anche in difesa dei professionisti. Speriamo davvero non ci sia nessun sindacato pronto a firmare un contratto che toglie risorse invece di darle.