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Noemi Calzolari non ce l’ha fatta. La programmista e regista presso la sede Rai di Trieste, dove ha curato, in oltre trent’anni di attività, numerose trasmissioni radiofoniche e firmato una lunga serie di documentari televisivi, si è spenta il 21 dicembre scorso dopo una lunga malattia. La donna era da tempo affetta da mesotelioma pleurico, il tumore dipendente esclusivamente dalla esposizione e inalazione di fibre di amianto, che non lascia scampo a chi lo contrae.
Noemi Calzolari lavorava al quarto piano della sede Rai di Trieste, dove per tanti anni era stato capostruttura per la programmazione italiana Marcello Lenghi, anch’egli deceduto tempo addietro, il 21 luglio 2018, per la medesima patologia asbesto correlata. E una terza persona, sempre dipendente di questa sede Rai, a oggi risulta affetto da tumore polmonare.
Non è un mistero che gran parte delle sedi regionali Rai sparse sul territorio nazionale siano state costruite fra gli anni Cinquanta e Sessanta facendo larghissimo uso di manufatti e coibentazioni in amianto, soprattutto da quando pochi mesi fa è balzata agli onori della cronaca la chiusura della storica sede di Viale Mazzini a Roma per la necessità di procedere alla bonifica dell’intero stabile, che in ragione della presenza molto massiccia di amianto è risultata impossibile da effettuare senza il previo sgombero.
Secondo l’avvocato Pietro Frisani, che segue il contenzioso contro l’azienda pubblica, “anche la sede Rai del capoluogo giuliano, come è emerso dagli accertamenti condotti presso la Asugi di Trieste, è risultata essere stata oggetto di operazioni di bonifica per la messa in sicurezza con incapsulamento, confinamento e rimozione di materiali contenti amianto nel corso degli anni, a partire dal 1998 sino all’ultima eseguita nel 2024, a testimonianza anche qui della massiccia presenza di amianto”.
I dipendenti lamentano, tra l’altro, l’esistenza ancora ad oggi, dentro gran parte degli uffici, di pavimenti in linoleum che erano stati fissati con colle contenenti fibre di amianto che, con il movimento delle sedie su rotelle, si consumano e liberano nella aria queste pericolosissime fibre.
“Come di prassi, – continua l’avvocato – trattandosi di un decesso per mesotelioma pleurico, gli atti sono stati d’ufficio inviati all’attenzione del Procuratore della Repubblica di Trieste, che dovrà indagare in ordine alle ipotesi di responsabilità per tardiva o omessa bonifica e violazione delle norme sulla sicurezza dei lavoratori sul luogo di lavoro, aggravate dal decesso del lavoratore”.


























