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Treni nuovi e moderni ma fermi in stazione. Accade in Sicilia dove la Regione ha acquistato, per contro di ferrovie dello Stato, convogli per circa 300 milioni di euro che però non possono viaggiare su alcune tratte con conseguenti dispendio di denaro e disagi per i cittadini. E fornendo anche la dimostrazione lampante che, prima di realizzare il discusso ponte sullo Stretto di Messina, bisognerebbe mettere i cittadini dell’isola in grado di muoversi per brevi e lunghi tratti in sicurezza e senza quotidiani disagi. Ma per fare ciò, si sa, occorre lungimiranza, programmazione e tanta perizia.
La linea Siracusa-Caltanissetta è rimasta chiusa per mesi perché i nuovi convogli Blues non sono compatibili con il sistema di rotaie esistente: consumavano i binari e parte delle ruote e il loro peso è risultato eccessivo per l’infrastruttura, causando rischi per la sicurezza degli utenti. In quelle strade impervie sono stati sostituiti i treni con navette su gomma, con tempi assai più lunghi di percorrenza e quindi disagi per i passeggeri.
Treni all’avanguardia su binari antiquati
Ettore Piccolo, segretario generale della Filt Cgil Siracusa, consultato da Collettiva per approfondire i termini della vicenda, ci dice che “quello che sta accadendo in Sicilia è quello che accade in una regione dove la linea ferrata oltre a essere antiquata ha pendenze e curve importanti, in particolar modo nell’entroterra e in alcune province, vedi la tratta Siracusa-Modica per esempio, dove per un dislivello di pendenza molto importante c'è una sorta di giostra, la chiamano simpaticamente così, dove i treni devono fare una sorta di giro su se stessi in questa collina per poter poi riprendere la pendenza”.
C'è quindi un problema infrastrutturale che è legato alla incompatibilità dei treni Blues, ibridi, realizzati al 95% con materiale riciclato e prodotti da Hitachi, l’azienda giapponese che produce in Italia vagoni per il trasporto regionale e metropolitano, quindi anche per Trenitalia: “Avendo un passo e carrelli più lunghi, con bordi che trattengono la carrozza sui binari e devono fare degli sforzi importanti, le carrozze non possono essere messe nelle condizioni di potere essere completamente funzionanti perché non completamente compatibili con le nostre tratte ferroviarie – prosegue – . Questo fa sì che alcune tratte, in periodi già stabiliti nel corso dell’anno, siano chiuse per non mettere sotto stress i treni, anche per questioni di sicurezza”.
Esemplificando quello che ci dice Piccolo, è come se noi andassimo a comperare una lavatrice senza prima accertarci quale tipo di attacco di scarico e carico dell’acqua è necessario e tornassimo a casa con una macchina incompatibile con l’attacco a nostra disposizione. “Sarebbe stato opportuno che, almeno prima di ordinare le carrozze Trenitalia avesse testato i mezzi su alcune tratte”, dice il sindacalista.
Le possibili soluzioni
A questo punto, secondo Ettore Piccolo, potrebbero essere perseguite sostanzialmente tre strade. “La prima è quella di andare a modificare l'infrastruttura, ma questo non è fattibile, perché si può intervenire solamente sulle nuove linee che si stanno realizzando. La seconda sarebbe modificare i carrelli e anche questa soluzione è poco praticabile perché significherebbe andare a mettere in discussione il progetto tecnico originario di questi treni ancora con rischi in termini di sicurezza. La strada forse più percorribile è quella di utilizzare i treni Pop e Blues sulle linee non impervie, con caratteristiche compatibili e che ora sono percorse da mezzi ormai vecchi.
Per le tratte impervie bisognerà invece, per il momento ad affidarsi alle vecchie carrozze: sembrano quelle utilizzate per attraversare la frontiera nel Far West, però ci danno almeno la sicurezza di arrivare a destinazione. In conclusione, in tutto ciò mi lascia basito la leggerezza nell’operare e fare acquisti senza mettere in conto elementi tecnici fondamentali. Inoltre, quando i responsabili chiudono le linee per lavori, adducono la motivazione di un ammodernamento delle stesse e questo potrebbe sensato, visto che, ad esempio, la linea Ragusa-Siracusa non è nemmeno elettrificata, ma l’ammodernamento deve essere reale e utile ai cittadini, al contrario di quanto abbiamo visto in questa vicenda”.





























