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Sciopero nazionale, oggi, in segno di lutto: un'ora a ogni fine turno o prestazione di lavoro di tutti i lavoratori dei porti, e il suono delle sirene a mezzogiorno. È stato indetto in seguito all'ennesimo incidente mortale, avvenuto il 22 marzo nel porto di Taranto. Vittima: Massimo De Vita, ex dipendente della società Taranto Container Terminal, di circa 40 anni. Il lavoratore, addetto alla movimentazione delle pale eoliche, è rimasto schiacciato nella parte pubblica del quarto sporgente, lato ponente.
"A distanza di poco meno di un anno - commentano i sindacati Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti - è il secondo lavoratore che nel porto di Taranto perde la vita durante le operazioni di carico/scarico di pale eoliche. Era il 29 aprile 2021 quando Natalino Albano perse la vita nel tentativo di sfuggire a una pala eolica che precipitò dopo essersi sganciata dall’imbracatura della gru che la stava sollevando". La morte di De Vita, aggiungono, "riaccende tristemente i riflettori sugli elevati rischi del lavoro portuale".
Massimo De Vita ha perso la vita mentre era impegnato, secondo le prime ricostruzioni, in operazioni di movimentazione di pale eoliche. Per i sindacati "deve essere eliminato ogni fattore di rischio per ridurre le cause degli incidenti sul lavoro, specialmente in un ambito ad alto rischio, come quello del porto. A tratto più generale occorre rimettere al centro la parola sicurezza nell’agenda delle istituzioni ministeriali e del governo, a partire dalla emanazione dei necessari provvedimenti di aggiornamento del decreto legislativo 272/99, ripetutamente sollecitati dalle organizzazioni sindacali, e in particolare i regolamenti attuativi sulla Sicurezza nei luoghi di lavoro settore trasporti e microimprese”, concludono.