"Non abbiamo più parole": è il grido silenzioso delle 2.000 persone che questa mattina (4 settembre) hanno sfilato con il lutto al braccio per le vie di Vercelli nel corteo promosso – insieme allo sciopero – dai sindacati di Cgil, Cisl e Uil in risposta a 5 morti dell'incidente ferroviario di Brandizzo. Partito dalla stazione, il corteo si è concluso davanti alla prefettura dove dal microfono sono stati scanditi i nomi delle cinque vittime, investite e uccise da un treno mentre stavano eseguendo lavori di manutenzione sui binari. Una delegazione dei sindacati è poi stata ricevuta dal Prefetto. 

Anche il papà e il fratello di Kevin Laganà, la vittima più giovane, hanno preso parte alla manifestazione. ''Giustizia, vogliamo solo giustizia'': hanno gridato i parenti di Michael Zanera: ''Ci vuole più sicurezza sul lavoro - hanno aggiunto - tante promesse ma poi non cambia mai nulla”. “Presenti anche i familiari della terza vittima vercellese, Giuseppe Lombardo, e una delegazione di operai della Si.gi.fer, l'azienda di Borgo.

''Non è il momento di trovare il capro espiatorio, non è il momento di individuare la colpa: è il sistema che non funziona e che ha scaricato tutto sulla pelle dei lavoratori”. Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, che ha partecipato al corteo. Il sindacalista ha ribadito che è “ora di fare finalmente la procura nazionale sulla salute e sulla sicurezza e mettere assieme persone che abbiano le competenze per poter lavorare''. 

Basta, insomma, parole e slogan: “È il momento di fare gli investimenti anche sugli ispettorati del lavoro, sulla prevenzione perché il punto vero è la prevenzione - ha proseguito -. Queste cose le stiamo dicendo, abbiamo fatto anche scioperi e iniziative ma non è stato sufficiente. È il momento di alzare ancora di più il livello e ognuno deve rispondere di quello che concretamente ha fatto e di quello che sta facendo per affrontare questa situazione''.

Il sindacalista ha quindi ricordato che i morti sul lavoro sono stati 1.090 solo nel 2022 e più di 500 nei primi sei mesi di quest'anno: “Siamo di fronte a numeri che indicano una strage. E se guardiamo agli ultimi vent'anni stiamo parlando di 20.000 morti, metà dei cittadini di Vercelli. Credo che sia il momento di fare un ragionamento di fondo: è un sistema complessivo che va cambiato".