Venerdì 26 marzo è il #NoDeliveryDay, nessuno ordina, nessuno consegna. Un’intera giornata di mobilitazione in cui i rider e le rider incrociano le braccia per reclamare diritti e tutele. Contro il cottimo e l’accordo pirata stipulato da Ugl e Assodelivery, per l’applicazione di un contratto nazionale e per la sicurezza sul lavoro. E poi per i diritti che dovrebbero spettare a tutti i lavoratori, malattia, maternità, rappresentanza sindacale. Alla giornata di sciopero, indetta da Rider X i Diritti, aderisce nei diversi territori il sindacato di categoria Nidil Cgil, a partire da Milano, Firenze, Palermo e Napoli. Nel capoluogo meneghino, in particolare l’iniziativa è coordinata dalle organizzazioni sindacali confederali Cgil Milano e Uil Milano e Lombardia insieme a Deliverance Milano, il sindacato metropolitano dei rider.

L’appello è rivolto ai ciclofattorini perché si fermino per un intero giorno, con l’obiettivo di bloccare il servizio, ma anche ai clienti per boicottare le App in solidarietà con la battaglia, e dare così un calcio alla precarietà e allo sfruttamento. “A tutte le cittadine e i cittadini chiediamo di non usufruire del servizio di consegna a domicilio e di rivolgersi ai ristoranti direttamente con l'asporto, per prendere parte attivamente alla protesta – scrivono gli organizzatori -. Alla luce delle indagini della Procura di Milano, ribadiamo la nostra opposizione all'accordo capestro firmato da Ugl e Assodelivery lo scorso 3 novembre e rivendichiamo con urgenza la necessità di applicare un contratto collettivo nazionale di settore trasporti e logistica o quello del commercio, che regolamenti tutta la categoria riconoscendo a lavoratrici e a lavoratori finalmente tutti i diritti e piene tutele”.