Una strage nella strage. Potremmo definirlo così il fenomeno che in Italia porta a morire sul lavoro sempre più over 60. Un faro allarmante che punta sulle condizioni economiche di una popolazione costretta spesso a continuare a lavorare in condizioni di rischio moltiplicate dalla propria età. Perché non si può stare in cantiere a 60 o 65 anni come ci si sta a 20 o a 30. E se le condizioni che garantiscono salute e sicurezza sul lavoro dovrebbero valere sempre, dando per scontato che la pericolosità di alcune attività è direttamente proporzionale al crescere dell’età, quelle stesse condizioni dovrebbero essere rafforzate quando si supera una certa età. In alcuni settori non ci sono mezze misure: chi ha più di 60 anni non dovrebbe lavorare sulle impalcature, esposto alla fatica fisica e agli agenti atmosferici. Così non è. A provarlo sono le cronache, anche recenti, di decessi che si sarebbero potuti evitare. Agendo su due fattori: uno diretto, che attiene alle tutele sul luogo di lavoro. L’altro indiretto, che attiene alle condizioni di vita e di pensionamento che lo Stato dovrebbe garantire e che invece spingono spesso l’anziano a continuare a lavorare, spesso in nero.

L’ultimo di una lunga lista a Ceccano dove un 66enne è precipitato da un ponteggio a nove metri di altezza

È per via di una pensione maledettamente troppo bassa che un pensionato di 66 anni iscritto allo Spi Cgil poche settimane fa si trovava sull’impalcatura di un cantiere edile del Frusinate a Ceccano. L’uomo, precipitato da un’altezza di circa nove metri, è morto sul colpo. E la Fillea, insieme alla Cgil, ha denunciato le circostanze del decesso e ha chiesto chiarezza, verità e giustizia. Stessa morte per un 60enne a Palermo, caduto da un ponteggio all’interno del Policlinico.

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I dati Inail dimostrano che il rischio di morire sul lavoro aumenta con l’età

È la stessa Inail a denunciare che il rischio di mortalità sul lavoro aumenta con l’età e i lavoratori ‘di una certa età’ hanno la probabilità più alta di non tornare a casa: secondo l’istituto nel 2024 sono stati 315 i morti over 60 sul lavoro – con un aumento del 9,4% rispetto al 2022 – su un totale di 1090. Una vittima su tre.

Nel 2025, a oggi, una vittima su tre era over 60

Stesso rapporto nel 2025, dove i morti che avevano compiuto 60 anni, a oggi, sono stati 323 su 962: 159 tra i 61 e i 69 anni, 164 over 70 (dati Osservatorio indipendente di Bologna). “Il numero sconvolgente – conferma Carlo Soricelli – è che un terzo delle vittime, il 33%, ha più di 60 anni, e quasi la metà degli anziani deceduti supera i 70. Si muore da vecchi in agricoltura, edilizia, autotrasporto, industria, taglio della legna, ma anche nei servizi, commercio, giardinaggio e perfino per infortuni domestici”.

Soricelli: “Una strage di anziani innescata da decisioni come la legge Fornero e il subappalto”

“Una vera strage di anziani – scrive Soricelli –, costretti a svolgere lavori pericolosi nonostante riflessi più lenti, vista e udito ridotti e fragilità dovute all’età”. Una strage sulla quale la politica “non ha mostrato alcuna sensibilità nel distinguere i lavori pericolosi da quelli non pericolosi, lasciando gli anziani esposti a rischi enormi. Decisioni come la legge Fornero, il subappalto a cascata e l’innalzamento dell’età pensionabile hanno contribuito a una serie di decessi che negli ultimi tre anni è aumentata del 15%”.