“Dentro una disattenzione generale, da parte delle istituzioni al tema della portualità, s'insinuano questioni irrisolte, come quelle relative all’autoproduzione di operazioni portuali, su cui non sono seguite azioni agli impegni assunti il 2 agosto 2018 dalla direzione generale del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, che avrebbe dovuto effettuare un monitoraggio sulla corretta applicazione delle norme”. È quanto afferma la Filt, spiegando che il “ricorso all’autoproduzione di operazioni portuali, in alcuni casi addirittura non autorizzate, denuncia grandi responsabilità anche delle autorità di sistema portuale, tra queste, l’ultimo caso al porto di Napoli, che allo stesso tempo sottostanno a veri e propri ricatti, da parte degli armatori delle compagnie di navigazione. Una pratica bieca, che non accettiamo e respingiamo con fermezza”.

Secondo la federazione dei trasporti Cgil, “su questo tema sono in gioco i diritti dei lavoratori marittimi e portuali, con riflessi sulla sicurezza del lavoro e sui passeggeri trasportati. Seppur prevista dalla normativa vigente, l'autoproduzione è troppo spesso soggetta a libere interpretazioni da parte delle singole autorità che, di fatto, ne compromettono l’opportunità di un impiego, nell’interesse generale e nel rispetto dei criteri previsti. A questo punto non possiamo escludere la possibilità di ripetere lo sciopero nazionale di portuali e marittimi dello scorso 11 maggio, che era stato indetto sul tema dell’autoproduzione”.

“I porti contribuiscono fortemente all’economia del Paese e, di conseguenza, meritano attenzione e tutele, capaci di consolidare un sistema regolatorio di prospettiva anche per l’occupazione”, conclude il sindacato.